Milano: per la prima volta è stato eseguito un impianto di una protesi sottoretinica (2 / 2)

 

Il microchip è stato inserito al di sotto della retina, mentre il circuito di collegamento che lo unisce all’amplificatore del segnale elettrico è stato posizionato dietro all’orecchio, nella regione retroauricolare, sotto la pelle.

Attualmente questo nuovo modello di protesi sottoretinica (Alpha AMS) è stato impiantato solo in pochissimi pazienti ed esclusivamente in due centri europei. Il 20 gennaio 2018 è stato eseguito il primo impianto italiano, al San Raffaele.

La paziente, una donna di 50 anni, è affetta sin dalla giovane età da retinite pigmentosa, una malattia genetica dell’occhio che provoca la graduale riduzione della vista: i primi sintomi sono iniziati durante l’adolescenza e in seguito la visione si è gradualmente ridotta fino a esaurirsi totalmente. «A seguito dell’intervento ci aspettiamo una stimolazione retinica che gradualmente potrà portare la paziente a reimparare a vedere» afferma Marco Codenotti, che aggiunge:

«L’intervento è stato il più complicato che abbia mai eseguito.

Ogni passo è fondamentale e delicato e la riuscita dell’intervento può essere compromessa da un momento all’altro. L’aver visto il microchip posizionato correttamente è stato per me una grandissima emozione, un sogno realizzato».

Un microchip impiantato nella retina, con risultati incoraggianti, ridà la speranza a chi non vede. Un intervento delicato ed estremamente innovativo che richiederà anche un impegno costante da parte del paziente, che dovrà imparare a rivedere con i suoi nuovi occhi.