Milano, aperto ufficialmente il primo Starbucks. Ma è subito polemica per i prezzi (2 / 2)

Eppure, è evidente, la globalizzazione è in atto e le nuove generazioni non disdegnano quei sapori tipicamente americani. I nati dagli anni ’80 in poi vivono più degli altri con il mito dell’America, dei college, dei caffè e dei Frappuccini con 1000 toppings diversi. Ovviamente Starbucks Milano è aperta a tutti, ma sembra chiaro che il target di età a cui si rivolge è soprattutto quello 10-50. Difficile che un 60enne milanese si sieda e ordini un Americano.

Ecco perché, a nostro avviso, a Milano Starbucks difficilmente fallirà. Chi è stato all’estero lo sa: i vari coffee shop della catena sono i luoghi ideali dove sedersi, sorseggiare una bevanda calda o fredda e passare ore intere connessi sui social o a lavorare al PC. La buona qualità della connessione Internet è uno dei punti di forza di Starbucks nel Mondo. Siamo sicuro che anche a Milano la caffetteria di 2500 mq sia stata equipaggiata con hotspot Wi-Fi in grado di ‘reggere’ centinaia di connessioni simultanee.

Tutto molto bello, finché non parliamo dei prezzi. La struttura è arredata finemente, secondo il CEO “è la più bella del Mondo, in grado di offrire un’esperienza unica”. Però i primi clienti hanno fatto sapere che per godere delle bevande e degli snack bisogna prepararsi a pagare un bel po’ di soldi. Per un caffè espresso ci vogliono 1.80€; per un Americano 3.50€, fino ad arrivare a 4.50€ per il cappuccino. Certo, la struttura è grande e bella esteticamente, la location è centralissima (Cordusio è vicinissima al Duomo) e Milano non è affatto la città italiana più economica. Però sotto la Madonnina la media per un espresso è di 1€, massimo 1.20€. Staremo a vedere.