Migrante decapitato da scafista durante traversata del Mediterraneo, testa gettata in mare (2 / 2)

“Gli ha tagliato la testa! È impazzito!”, avrebbe urlato uno dei giovani africani appena messo piede sul suolo spagnolo. Il gruppo era partito nel pomeriggio del 5 luglio dalla spiaggia di Kariat Arkmane, vicino a Nador, nel Marocco settentrionale. Dopo la clamorosa decapitazione avvenuta a inizio viaggio, nessuno è più riuscito a parlare.

Per tutto il tragitto sotto il sole cocente, il silenzio tombale l’ha fatta da padrone. Secondo quanto riferiscono i media spagnoli, alcuni di loro “non sono riusciti a dormire per giorni” e quasi tutti hanno richiesto anche assistenza psicologica, a causa dell’enorme trauma derivante dall’aver assistito a quella scena da film dell’orrore con i propri occhi, tra l’altro a distanza di pochi centrimetri per ovvi motivi.

Oumar Diallo è uno degli scafisti che convince le persone dalla Guinea ad affidarsi a lui per raggiungere il “sogno Europeo”. E chiede oltre 2.500 euro per un viaggio rischioso a bordo di una barca che parte dal Marocco e sbarca sulle coste spagnole. “La polizia marocchina lo ha fermato più volte, ma è sempre stato scarcerato”, ha riferito Omar Naji, presidente dell’Organizzazione marocchina per i diritti umani.