Manuel Bortuzzo rivela: “Tra dieci anni sarò in piedi ma spero prima” (2 / 2)

Certamente non saranno le Olimpiadi come prima ma parteciperà alle Paralimpiadi e dovrà gareggiare con le sue braccia e il cronometro se segnerà i tempi giusti: “Non avevo mai visto prima il nuoto paralimpico. La nostra Nazionale è una delle più forti del mondo. Battere quegli atleti richiede il doppio di carattere. Bene. Dovrò mettermi sotto tanto, per competere”.

E così Manuel continua ad essere una promessa del nuoto italiano in qualunque vasca.

Il 20enne era stato ferito da un colpo di pistola vicino ad un pub alla periferia sud di Roma, non riesce a provare antipatia e nemmeno odio contro chi gli ha cambiato completamente la vita. Non ha bisogno nemmeno di aiuto perché con la forza delle sue braccia riesce a sistemarsi da solo sul bordo della piscina e si lascia scivolare in acqua senza l’aiuto di nessuno. Le sue gambe hanno completamente perso qualsiasi sensibilità ma, come spiega il padre Franco, “ogni giorno Manuel ha una sensazione nuova“. Riesce a raggiungere la corsia centrale in sole due bracciate, le sue gambe un po’ piegate sono diventate un peso:

“Rimangono sotto, non lo aiutano nella propulsione. Sono fondamentali gli esercizi in acqua per il tronco e per sviluppare le abilità residua“, ha spiegato il suo fisioterapista, Francesco Mommo.

Ma Manuel, nonostante ciò, è veloce e concentrato nel suo allenamento. La sua assistente, Rossana Caretta, che lo segue tutte le mattine in palestra, è ormai diventata una confidente per lui: “Le mie prime sensazioni le ho raccontate a lei“.

Insomma, Manuel Bortuzzo, nonostante le fatiche e i dolori, è un atleta che si sta riprendendo piano piano. Ora si aspetta i risultati giusti perché sono quelli che contano, come il record italiano giovanile dei 3.000 metri di quattro anni fa.