Manuel Bortuzzo, la confessione shock dei colpevoli: “Era buio”. Sui social orologi d’oro e pistole (2 / 2)

Bortuzzo era il loro esatto opposto: niente tatuaggi, fisico snello frutto di un allenamento quotidiano in piscina, con un sogno: diventare un campione di nuoto. Tra i suoi idoli Michael Phelps, non i protagonisti di “Suburra”. Quella sera era in giro con la fidanzata e, senza alcun preavviso, è stato sparato. Poche ore fa il verdetto quasi certo dei medici: per il resto della sua vita dovrà stare su una sedia a rotelle.

La storia si ripete, si sa. Anche nei piccoli fatti quotidiani di cronaca. I due malviventi si sono arresi dopo poche ore dall’accaduto e si sono consegnati alle forze dell’ordine, che erano alla loro ricerca. I loro avvocati, chiaramente, gli hanno consigliato di recitare il solito copione: “Siamo distrutti. Era buio, abbiamo sparato e ci siamo sbagliati. Non volevamo colpire Bortuzzo”.

Dopo il lungo interrogatorio, entrambi i colpevoli sono stati portati in carcere a Regina Coeli in attesa del verdetto del giudice. Dovranno rispondere di tentato omicidio e porto abusivo d’arma. Nonostante la loro confessione e la loro richiesta di scuse, il sogno di Manuel si è infranto: la lesione al midollo causata dai proiettili gli ha fatto perdere l’uso delle gambe. Nuotare come un tempo sarà tristemente impossibile a partire da oggi.