L’Italia è a corto di meccanici: ne servono 5mila a tempo indeterminato, ma nessun giovane si candida (2 / 2)

Per Fenoglio si tratterebbe soprattutto di una questione culturale: “Nella nostra società si pensa spesso al meccanico come a un lavoro ‘sporco’ o poco nobile. Sono gli stessi genitori dei ragazzi che vogliono vederli dottori, avvocati o amministratori delegati, ritenendo meno dignitoso il nostro mestiere“. Di certo la sua non è un’analisi sbagliata della situazione che vive il mercato del lavoro in Italia.

 

Esistono intere categorie di lavori che stanno lentamente scomparendo o che trovano personale poco qualificato. “Queste persone non si rendono ancora conto che ormai si lavora in Officine 4.0 – aggiunge Fenoglio -, con degli strumenti elettronici e dei sistemi di diagnostica tecnologicamente avanzatissimi. Non cerchiamo semplice manovalanza, ma giovani operai scolarizzati e specializzati, ragazzi e ragazze che sappiano in futuro interagire con i più sofisticati sistemi dei veicoli, visto che ora si pensa anche alla guida autonoma

E i percorsi scolastici di certo non aiutano: in Italia, anni e anni di tagli e di politiche sbagliate, hanno fatto sì che l’istruzione si limitasse agli aspetti teorici, sacrificando quelli pratici. Il chè non solo limita o rallenta chi sarebbe disposto ad intraprendere un percorso di studi specifico, ma spesso risulta anche scoraggiante. Si spera che con le misure individuate con l’Industria 4.0 del precedente Ministro del Lavoro, Carlo Calenda, si possa giungere ad una filosofia di reclutamento e specializzazione più adeguata alle richieste del mercato del lavoro.