L’iper-memoria di Giovanni Gaio: “Il ricordo più bello resta il mio gol all’80esimo” (2 / 2)

punteggio, 81 punti, 27 risposte giuste su 30, è risultato primo in Italia poiché la media degli altri partecipanti era di 20 punti. Per mesi e mesi ha nascosto questo suo segreto ma poi ha deciso di raccontarlo, ora ha chiaramente capito che il suo è un dono speciale ed ha un valore che tutti dovrebbero sapere. Anche se essere affetti da questa sindrome può essere fantastico, Giovanni Gaio ha spiegato che a volte è davvero brutto: “Chi sono io? Non saprei. Una persona singolare, single, poliedrica.

Propositiva direi proprio no. Ecco: sono una persona fuori dal mazzo. Ho una memoria eccezionale ma purtroppo non sono un genio. Ho fatto da solo il test sulla sindrome di Asperger, forma leggera di autismo, e ho scoperto di avere un punteggio alto, 170 su 200. Ci sono persone che con quella sindrome hanno abilità particolari, io ho difficoltà nella manualità. Mi consolo pensando ad Albert Einstein, che da giovane lavorava all’ufficio brevetti di Berna e poi diventò Einstein. Mi concedo qualche speranza”. 

La memoria è anche una condanna perché si ricorda il male ricevuto: “Se vedo una persona che mi ha fatto soffrire 15 anni fa, rivivo tutto. Non voglio parlarne. Si storpia il cognome, e con Gaio non è difficile, e si continua così, per anni. I bulli scelgono un bersaglio e tutti in gregge dicono: ‘divertiamoci con lui’. E allora ti chiudi. Anche dopo l’università, fino ai trent’anni, per uscire di casa dovevo spingermi da solo. Adesso basta, ho deciso di raccontare chi sono. Con quali aspettative? Nessuna. Meglio non illudersi”.