Licenziata la maestra che insultò la polizia durante un corteo contro CasaPound a Torino (1 / 2)

Licenziata la maestra che insultò la polizia durante un corteo contro CasaPound a Torino

Lavinia Flavia Cassaro è stata licenziata. Lo scorso 22 febbraio insultò insultato i poliziotti durante un corteo antifascista contro CasaPound, in quell’occasione augurò la morte agli agenti e fu licenziata in tronco dall’Ufficio Scolastico Regionale già dal 1 marzo. Lo stesso giorno venne sospesa a mezzo stipendio in attesa di giudizio, durante la manifestazione insultò i poliziotti “Maledetti, dovete morire” e fu ripresa dalla trasmissione Matrix, da quel momento si è creato un vero e proprio “caso Cassaro” ed è diventato nazionale perché l’episodio era accaduto in piena campagna elettorale. Matteo Renzi che era presente in studio,

criticò pesantemente il comportamento della maestra e la prima a muoversi sul caso fu l’allora ministra dell’Istruzione Valeria Fedeli inviando un procedimento disciplinare.

C’è chi ha tentato di difendere Lavinia Flavia Cassaro, tra questi Cosimo Sarinzi, rappresentante Cub Scuola, che ha sempre dichiarato: “Ricorreremo al Tribunale del Lavoro. Non meritava la sanzione massima e definitiva, la pena deve essere sempre proporzionale ai fatti commessi.” Il sindacato ha voluto ricordare che l’insegnante non era in servizio al momento dei fatti, nonostante questo episodio, la maestra fa un buon lavoro nella scuola primaria dell’istituto Comprensivo Leonardo da Vinci di Torino

e l’unica colpa che ha è solo quella di “esprimere le sue opinioni politiche con eccessiva vivacità”. Il sindacato ha promesso una vera e propria battaglia sia legale che sindacale contro un provvedimento che definisce una “sentenza già scritta”.

L’Ufficio Regionale Scolastico invece, ha dichiarato che “la condotta tenuta dalla docente, seppure non avvenuta all’interno dell’istituzione scolastica, contrasta in maniera evidente con i doveri inerenti la funzione educativa e arreca grave pregiudizio alla scuola, agli alunni, alle famiglie e all’immagine stessa della pubblica amministrazione.”.

Già da venerdì scorso, l’insegnante ha ricevuto tramite email la lettera di licenziamento ma la donna ne è venuta a