La strage silenziosa nel nostro mare: “Troppe tartarughe uccise dalla plastica” (2 / 2)

“Purtroppo da inizio anno abbiamo ricevuto almeno 20 segnalazioni di tartarughe in difficoltà. Alcune di queste sono morte. Quelle uccise recuperate sono almeno 50 e la metà di loro è morta uccisa dalla plastica. Spesso la loro morte è istantanea: basta un pezzo di plastica in una parte delicata del corpo e muoiono soffocate. Sono aumentate anche le segnalazioni: a volte partono dalla Sicilia ma siccome non c’è un centro dedicato in quell’area, spesso siamo noi a intervenire con l’aiuto della Capitaneria di porto di Messina”.

Le piogge abbondanti degli ultimi giorni che hanno colpito la Sicilia sono positive perché almeno per quest’estate allontanano l’incubo siccità vissuto l’anno scorso; ma hanno un aspetto negativo non trascurabile: la mancata pulizia dei fiumi ha portato a mare e sulle spiagge tonnellate di rifiuti (tra cui ovviamente tanta plastica) e carcasse di animali, perfino scheletri di vacche. Tra questi cadaveri c’era anche quello in avanzato stato di decomposizione di una grossa tartaruga.

Di tutte le tartarughe Caretta recuperate nel Mediterraneo, più della metà (il 53%) ha pezzi di plastica all’interno del proprio corpo. Le tartarughe sono presenti sulla Terra da molto prima di noi umani e non meritano il trattamento crudele che la nostra incuria gli sta riservando. L’abbandono di plastica, l’abuso di pesca e il numero sempre più crescente di imbarcazioni stanno letteralmente rendendo la vita difficile a questi animali affascinanti. Siamo vicini al punto di non ritorno: o cambiamo abitudini o presto ci estingueremo anche noi insieme alla tartarughe.