Josephine, l’unica migrante sopravvissuta al naufragio. Il suo sguardo dice tutto… (2 / 2)

Di quei tre, solo una è riuscita a sopravvivere, rimanendo per diverse ore (almeno 24) aggrappata a un pezzo di legno in mezzo al mare. L’eroe del giorno è Javier Filgueira, il ragazzo 25enne che si è lanciato dal gommone di salvataggio in mare per verificare le condizioni delle tre persone in balia del mare. Dopo la gioia per aver salvato Josephine la ‘miracolata’, ora sorgono gli interrogativi. Come mai quelle tre persone si trovavano in acqua?

La guardia costiera libica aveva salvato 160 persone proprio in quell’area, possibile che si sia dimenticata di Josephine e della madre e del figlio poi deceduti? O si trattava di un’altra imbarcazione naufragata? Nelle prossime ore bisognerà capire la dinamica dell’incidente. Le due barche che hanno salvato la vita della donna camerunense sono tornate in acque internazionali l’altro ieri dopo uno stop forzato, a causa della chiusura dei porti italiani voluto da Salvini e Toninelli.

A bordo della nave ‘Proactiva open arms’ c’erano anche due italiani: il capomissione Riccardo Gatti e la dottoressa Giovanna Scassabarozzi, oltre alla già citata giornalista di Internazionale Annalisa Camilli. Ai ‘supporter’ della ong Proactiva open arms si è aggiunto anche un VIP: il giocatore spagnolo di basket Marc Gasol, attualmente in NBA. Vedendo gli occhi di Josephine ci si rende conto che l’esperienza del viaggio in barca dalle coste nord africane a quelle europee è un’esperienza davvero traumatica che noi ‘fortunati’ possiamo solo lontanamente immaginare.