Da un lato potrebbe sembrare solamente una difesa alla libertà d’espressione della ricercatrice, anche se il preambolo iniziale lascia presagire una transfobia di fondo davvero insopportabile. Insomma “vestitevi come vi pare” è abbastanza degradante nei confronti di chi sta lottando per affermare la propria identità, che va ben oltre i vestiti o un nome. E’ come se ai suoi occhi l’identità fosse un costume da indossare.
Le polemiche si sono fatte davvero molto accese anche perchè nel Regno Unito si sta discutendo molto su una proposta del governo di autorizzare le persone a identificarsi come uomini o donne in base alla loro preferenza personale e indipendentemente dal sesso biologico. Ad opporsi non solo la parte più conservatrice della società britannica, ma anche diverse femministe, che temono che gli spazi delle donne vengano invasi da uomini che si proclamano femmine.
Anche se in realtà si tratta di un falso problema, in quanto sono previste misure affinchè nessuno abusi di questo provvedimento, le femministe temono che basterà agli uomini di proclamarsi donna per accedere a prigioni, spogliatoi e dormitori femminili. Insomma come al solito alla base delle polemiche c’è sempre molta disinformazione e propaganda tossica, ma se questa viene sostenuta anche da uno dei personaggi più in vista del Regno Unito, forse inizia ad esserci qualche cosa che non va nella comunicazione