In Italia è record di persone che vivono in povertà assoluta: mai così male dal 2005 (2 / 2)

Per ‘poveri assoluti’ si intendono quelle persone che non possono affrontare la spesa mensile che gli consente di acquistare quei beni e servizi considerati essenziali per uno standard di vita accettabile. Insomma un’alimentazione adeguata, un’abitazione della grandezza consona al proprio nucleo familiare, riscaldata e dotata dei servizi principali più i beni durevoli ed accessori; oltre al minimo indispensabile per vestirsi, comunicare, informarsi, muoversi, istituirsi e mantenersi in salute.

Le cifre variano in base alle zone d’Italia. Per un adulto (18-59 anni) che vive da solo, la soglia di povertà è pari a 826 euro mensili se vive in un’area metropolitana del Nord e 742 se risiede in un piccolo centro. Si scende fino a 560 per un piccolo comune del Mezzogiorno. È proprio il Sud a soffrire maggiormente, è proprio al Sud dove i poveri assoluti sono aumentati in misura maggiore. Sia per le famiglie (da 8,5 a 10,3) sia per i singoli (da 9,8 a 11,4%) c’è stato un aumento di circa due punti tra 2016 e 2017.

Al Nord la situazione è leggermente meno difficile ma i poveri sono in aumento su tutto il territorio nazionale, fa sapere l’Istat. Infine, a preoccupare sono i minori. L’unico (quasi ininfluente miglioramento) è registrato proprio per chi non ha compiuto 18 anni (da 12,5 nel 2016 a 12,1 nel 2017), anche se i numeri relativi i minorenni in povertà assoluta è ancora preoccupante. Insomma, l’economia è in leggera ripresa ma a beneficiarne non sono tutti: il numero di poveri sta aumentando.