Ikea, padre e figlia finiscono in prigione per quattro barattoli. Accusati di ‘furto organizzato’ (2 / 2)

Il racconto prosegue così: “Il direttore, credo svedese, chiede a mio padre cosa è successo. Lui glielo racconta e si scusa ancora, insistendo per poter pagare. Ma il direttore guarda mio padre e gli dice che abbiamo rubato”. Padre e figlia continuano a sostenere la propria versione, a rinnovare le proprie scuse e assicurare che non c’era alcuna intenzione di rubare barattoli. Il direttore non ci crede e arriva a chiamare la Polizia. I due vengono portati via con l’accusa di ‘furto organizzato’.

O meglio, vengono portati via singolarmente. Prima la ragazza, a cui viene addirittura detto: “Adesso arriva un’altra pattuglia per trasportare tuo padre, tu vieni con me. Se provi a scappare ti sparo con il taser”. La ragazza, sotto shock, arriva al commissariato, dove, secondo il suo racconto ‘nessuno le parla’ ma le chiedono solo se ha bevuto. Arriva poco dopo anche il padre e si ripete la stessa scena: i due spiegano il malinteso, che non si sarebbero mai sognati di rubare oggetti di valore così scarso da Ikea, ma la polizia è di altre idee: i due rimarranno in cella per 24 ore.

Sembra incredibile. Il padre prova a spiegare che il giorno dopo deve andare a lavoro, così come sua figlia, ma nessuno li ascolta. La ragazza si sente colpevole visto che è stata lei a non passare lo scanner sui barattoli. L’incubo si materializza: entrambi finiscono in cella, giudicata ‘piccola e sporchissima’. Tre ore dopo però cambia il commissario di turno. Al nuovo arrivato raccontano nuovamente la vicenda e finalmente vengono liberati. Ikea France, criticata da moltissima gente che ha letto la notizia, si è poi scusata e ha ritirato la denuncia poche ore dopo.