Ma attenzione, ciò che conta però, è anche e soprattutto l’umore dei papà. Infatti, i bambini che nei primi mesi di vita hanno avuto un padre introverso o depresso, hanno ottenuto il punteggio più basso nei test.
A raccontarlo è la dottoressa Vaheshta Sethna, del King’s College:
“Abbiamo anche scoperto che i bambini che interagiscono durante la sessione di lettura con un padre sensibile, calmo e poco ansioso sono quelli che all’età di due anni dimostrano un maggiore sviluppo, e una maggiore abilità linguistica e capacità di risolvere i problemi.
Questo suggerisce che le attività di lettura aiutano i bambini e inoltre i nostri risultati dimostrano l’importanza di avere un padre presente e positivo con i propri figli”.
Non basta però passare del tempo con i propri figli, quello che conta è soprattutto l’attitudine e lo stato d’animo dei papà. I bambini che hanno avuto nei primi mesi di vita un genitore depresso e introverso sono infatti quelli che hanno ottenuto il punteggio più basso nella prova.
“Questo suggerisce che le attività di lettura aiutano i bambini e inoltre i nostri risultati dimostrano l’importanza di avere un padre presente e positivo con i propri figli” conclude la studiosa.
Per questo è fondamentale leggere ai bambini piccoli e che soprattutto non siano solo le madri a farlo, perché grazie al supporto paterno i bimbi staranno meglio da grandi, perché avranno più fiducia in se stessi e quindi meno problemi comportamentali durante l’adolescenza.
Quindi papà, interagite e giocate per più tempo con i vostri figli sin da piccolissimi, questo migliorerà il loro sviluppo psicologico e cognitivo.