“Gli italiani? Non esistono. I sardi sì”: la sorprendente scoperta sulla nostra storia genetica (2 / 2)

Ogni persona coinvolta doveva avere i 4 nonni provenienti dalla stessa provincia. I primi dati, pubblicati sulla rivista PlosOne, hanno riguardato i cosiddetti marcatori uniparentali: il cromosoma Y, trasmesso per via paterna e il Dna mitocondriale, per via materna. Secondo i risultati, spiega il professore: “Si pensa in genere che la variabilità genetica in Italia segua un cambiamento graduale secondo un asse Nord-Sud. Invece, dal punto di vista del cromosoma Y (linea paterna), emerge, a parte la Sardegna, un’Italia divisa secondo una linea più

longitudinale, che separa una zona nord-occidentale da una sud-orientale. Ciò non si osserva però con il Dna mitocondriale (linea materna), che ha una distribuzione più omogenea, spiegabile con la maggiore mobilità femminile legata a pratiche matrimoniali che prevedevano lo spostamento della donna. Il quadro complessivo è frutto di spostamenti lungo due traiettorie diverse iniziati nel neolitico, con l’avvento delle tecnologie agricole e dell’allevamento. Nei periodi successivi è successo di tutto: Germani, Greci, Longobardi, Normanni, Svevi, Arabi sono passati lasciando i loro geni”.

Ma la storia degli italiani è stata influenzata anche dall’adattamento alle

diverse pressioni selettive che ha causato diverse malattie. Il popolo settentrionale è stato condizionato da un clima freddo che ha reso neccessatio una dieta molto grassa e calorica, in questo modo si sono diffuse delle varianti genetiche che hanno modulato il metabolismo dei trigliceridi, del colesterolo e dell’insulina permettendo così un minor rischio di sviluppare problemi cardiaci e diabete. Tra le popolazioni mediterrane invece, c’è una maggiore probabilità di sviluppare questo tipo di malattie. Il clima, essendo diverso, ha fatto sì che la popolazione del centro-sud sia più vulnerabile a determinate malattie.