“Giuro che mi è già successo!”, alcune teorie sulle cause dei déjà vu (2 / 2)

 

Perciò alcuni scienziati stanno provando ad analizzare una categoria più specifica di esseri umani: le persone affette da epilessia, per capire se nella loro malattia mentale c’è la chiave per aprire la porta del mistero dei déjà vu.

Gli attacchi epilettici iniziano proprio nel già citato lobo temporale mediale, per cui secondo alcuni studiosi le due cose potrebbero essere collegate. D’altronde si tratta di ‘sovraccarichi’ elettrici all’interno del cervello che potrebbero essere studiati più dettagliamente mentre attraversano il cervello. Secondo alcuni esperti anche i déjà vu sono sovraccarichi di energia.

Se questa teoria fosse confermata, significherebbe che i déjà vu sono falsi segnali che il cervello ha ‘visto’ qualcosa in precedenza, quando in realtà non è successo.

Un’altra teoria piuttosto accreditata collega questo fenomeno ai ‘vuoti di memoria’. Ai lapsus freudiani, per capirci.

Per dirlo in termini comprensibili a tutti: il cervello ‘bypassa’ la sezione che si occupa della memoria a breve termine (dove dovrebbero andare a finire le esperienze nuove) e va a quella del ‘lungo termine’, con il risultato che quello che stiamo vivendo ora ci semebra sia già successo tempo fa.

Ma una volta che la nostra memoria ‘capisce’ di non aver registrato questa informazione in precedenza, la rimanda alla sezione della memoria a breve termine. Da qui la sensazione di ‘normalizzazione’ che avviene qualche secondo dopo il déjà vu.

Ovviamente c’è chi prova a dare spiegazioni meno scientifiche/razionali. Si parla di reminescenze di vite precedenti, eventi alieni, sogni che diventano realtà.

A volte si può trattare semplicemente di cose che abbiamo pensato e che poi si palesano nella realtà. Perfino scene di film possono ripetersi identiche, causando la sensazione di ‘già visto’.

Però perché non credere che si tratti di un glitch nel Matrix? Sarebbe molto più affascinante!