Genova, la rabbia dei parenti che dicono ‘no’ ai funerali di Stato: “I nostri figli sono stati uccisi” (1 / 2)

Genova, la rabbia dei parenti che dicono ‘no’ ai funerali di Stato: “I nostri figli sono stati uccisi”

La recentissima tragedia di Genova ha scosso gli animi di tutti gli italiani. Ma se per la maggioranza di noi il dispiacere pian piano svanirà con il passare dei giorni, per qualcun altro il dolore rimarrà per tutta la vita. Stiamo parlando dei familiari delle vittime, la cui vita è irrimediabilmente cambiata dopo quel maledetto 14 agosto. Tra le vittime ce ne sono 4 napoletane, più precisamente di Torre del Greco, che passavano in automobile dalle parti di Genova (a quanto pare con destinazione Nizza) proprio mentre la parte del ‘Ponte Morandi’ crollava.

I 4 ragazzi napoletani che hanno perso la vita il 14 agosto si chiamavano Matteo Bertonati, Gerardo Esposito, Antonio Stanzione e Giovanni Battiloro. Il padre di quest’ultimo, Roberto, è stato il primo genitore a concedere un’intervista pubblica per parlare della tragedia del Ponte Morandi. Le sue dichiarazioni rappresentano l’enorme rabbia di un genitore che ha perso, nel mezzo dell’estate, un figlio giovanissimo per il crollo improvviso (ma non accidentale) di un ponte.

“Questa sofferenza non andrà dispersa. Il resto della mia vita sarà dedicato alla lotta, a fare in modo che tragedie simili non succedano più”, questa una delle frasi più forti dell’intervista al padre del videomaker di Torre del Greco morto pochi giorni fa insieme ai suoi amici. Si è trattato di un’intervista breve, con poche frasi ma tutte ad effetto, concessa al sito di Leggo. La decisione drastica e congiunta delle quattro famiglie è stata quella di rifiutare i funerali di Stato.