Gemelli rapinatori con dna identico: il giudice è costretto ad assolverli (2 / 2)

E anche questa volta il giudice Laura Donati è costretta ad assolverlo, in mancanza di altri elementi.
«Per rilevare quelle piccole differenze nel codice genetico servirebbero analisi particolarmente complesse con l’intervento e la collaborazione di laboratori altamente specializzati», confessa un esperto di polizia Scientifica. Identici in tutto, tanto che neanche una prova video potrebbe fugare ogni dubbio. L’unica cosa che potrebbe incastrarli sarebbero le impronte digitali. Ma basta indossare un paio di guanti e Eduard e Edmond diventano la stessa persona.

I due hanno deciso anche di “indossare” gli stessi tatuaggi. Oggi hanno 34 anni e all’anagrafe risultano residenti a Castiglione delle Stiviere, in provincia di Mantova. A Pordenone, nel 2016, si sono guadagnati il soprannome di “gemelli Lupin”.
Nel 2015 la procura di Cuneo gli aveva già contestato oltre un centinaio di furti tra Piemonte e Veneto, con il sequestro di 24mila euro in contanti, 5 orologi Rolex in oro, diamanti e altri gioielli per un valore complessivo di 300mila euro.

Le loro scorribande si sono registrate da Mantova a Treviso, da Gorizia a Pesaro, fino a Pisa e Firenze. «Ben tre procedimenti penali pendenti si sono trasformati in altrettante assoluzioni per lo stesso motivo» spiega Fabio Porta, avvocato del foro di Verona e difensore di Eduard. «Le indagini basate esclusivamente sul Dna con i fratelli Trushi non portano da nessuna parte, perché non c’è modo di determinare oltre ogni ragionevole dubbio che si tratti dell’uno o dell’altro».