Eric Clapton: “Quando morì mio figlio, ricevetti una sua lettera dopo il funerale”. Ecco cosa c’era scritto (1 / 2)

Eric Clapton: “Quando morì mio figlio, ricevetti una sua lettera dopo il funerale”. Ecco cosa c’era scritto

Sono molte le rockstar che hanno avuto una vita piena sotto ogni punto di vista: fama, soldi, amore, successo, emozioni di ogni genere…ma poche, pochissime possono dire di aver vissuto ogni genere di emozione possibile a livelli praticamente sconosciuti per quasi chiunque altro, come Eric Clapton. Soprannominato “Slowhand” (mano lenta) ed incensato dal leggendario Chuck Berry come “The Man of the Blues” (l’uomo del blues), Eric Clapton è stato indubbiamente uno dei chitarristi più straordinari, eclettici e talentuosi che la musica d’ogni tempo abbia mai avuto modo di conoscere.

Eric Clapton fece parte di una generazione di chitarristi semplicemente sublime, ed agli albori della sua carriera partecipò alla formazione ancora oggi nota per essere stata la band con il maggior tasso qualitativo di artisti della chitarra dell’intera storia della musica: gli Yarbirds (basti pensare che diede il via alle carriere di Jeff Beck e Jimmy Page oltre che dello stesso Clapton). Dalla morte della formazione, avvenuta nel 1968 con lo scioglimento del gruppo ed il cambio di nome provvisorio in New Yarbirds, venne reclutato come cantante l’allora sconosciuto Robert Plant e nacquero i leggendari Led Zeppelin.

Dopo l’uscita dagli Yarbirds, Clapton partecipò ad altre formazioni che fecero la storia della musica salvo infine affermarsi come un solista di livello assoluto, riscuotendo un successo semplicemente straordinario. Anche la sua vita al di fuori della musica fu un vero e proprio percorso sulle montagne russe: Eric – come molti altri artisti di sensibilità straordinaria – fu colpito da diverse crisi: soffrì terribilmente la morte dell’amico-rivale Jimi Hendrix, ma fu solo nel 1971 (con la scomparsa del collega Duarte) che Eric andò in depressione, finendo nel tunnel della droga.