Drinkopoly, il Monopoly coi drink, è ciò di cui avrete bisogno questo inverno (2 / 2)

Qualche dettaglio in più da chi è già in possesso della scatola magica: in ogni casella c’è una sfida alcolica. Un esempio banale? “Bevi un sorso”. Ci sono anche caselle meno banali, come “il più giovane al tavolo deve bere un sorso”, oppure “il più basso dei giocatori deve bere uno shot”. Finché il fegato e il corpo reggono, insomma, si gioca e si beve.

Come in Monopoli, non mancano gli imprevisti: c’è la carta che non permette a chi la pesca di parlare per i successivi due turni; oppure quella che impone al giocatore di essere il servitore della persona che si ha di fianco. Chiaramente più alcol si ha in corpo, più si è distratti e più si rischia di dover bere ulteriormente, non rispettando le imposizioni.

Sulla scatola c’è scritto “Puoi star certo che qualunque si la carta che peschi, te ne ricorderai (o forse no)”. Sicuramente, non lo mettiamo in dubbio noi che conosciamo gli effetti collaterali dell’alcol. Invitiamo solo i nostri lettori maggiorenni e con una buona resistenza all’alcool a giocare, perché se si usano drink forti le quantità di alcol in corpo diventano particolarmente alte e qualcuno potrebbe sentirsi male. Moderazione, sempre!