Corona da Giletti racconta il pestaggio: “Il mondo della criminalità mi ama e mi rispetta” (2 / 2)

Dopo aver capito che erano ospiti indesiderati, l’operatore ha deciso di scappare, mentre Corona e il russo sono stati picchiati dai presenti al boschetto. Inizialmente gli hanno strappato la felpa e preso i microfoni, ma poi hanno continuato ad inferire, spiega Corona. “Dopo i primi pugni sono scappato, ma poi sono inciampato e mi hanno preso di nuovo a botte. Mi hanno anche accoltellato”.

“Sono riuscito a divincolarmi, in prigione ho fatto a botte diverse volte, quindi so difendermi. Per fortuna le coltellate mi hanno preso di striscio, a qualcun altro poteva finire molto peggio. Poi, però, qualcuno mi ha riconosciuto. Appena hanno capito che ero Corona mi hanno lasciato andare. Tra criminali c’è rispetto, il mondo della criminalità mi ama perché sono uno che ce l’ha fatta”, spiega l’ex paparazzo.

Poi alcune frecciatine per chiudere in bellezza: “Quando sono arrivati i Carabinieri non mi hanno chiesto come stessi, ma solo perché mi trovassi lì. Sono rimasti fuori, senza mai entrare e senza aiutarmi”. Ne ha anche per lo Stato italiano: “Allo Stato conviene avere un boschetto come quello di Rogoredo. Curare i drogati costerebbe troppo. Lì ci vanno i disperati, che comprano droga di pessima qualità. Anche i Vip si drogano, ma di certo non con quella roba lì”.