Caso Ragusa, Antonio Logli condannato in Cassazione a 20 anni di carcere. Le prime parole: “Sono disperato” (2 / 3)

Lo avevano già fatto in tv e con una lettera inviata ai giudici della Cassazione nei quali chiedevano di assolvere il padre perché era un uomo innocente ed amorevole. Per i giudici di terzo grado, Logli è un omicida che per 7 anni ha nascosto la verità ed hanno accolto pienamente le richieste del procuratore generale e la sua ricostruzione dei fatti. “Qualsiasi ipotesi alternativa sarebbe inverosimile“, aveva detto il pg della Cassazione.

“È certo che quella notte sono stati visti un uomo e una donna litigare e salire in un’auto dello stesso tipo di quella in uso alla famiglia Logli”, queste le parole di Luigi Birritteri al termine della requisitoria.

Gli avvocati di Antonio Logli avevano chiesto che in caso di condanna il reato, dovesse essere riqualificato in omicidio preterintenzionale e non più volontario, il legale Roberto Cavani aveva affermato: “Questa richiesta è in subordine, non abbiamo cambiato la linea difensiva”.

 

Ma per la Cassazione questa richiesta era inammissibile. Il caso di Roberta Ragusa continua ad essere un processo indiziario e nonostante questa sentenza definitiva, non è ancora chiara tutta la dinamica dei fatti.

Le prime parole di Antonio Logli dopo la prima notte in carcere: “Sono disperato“. L’uomo si trova nel carcere “Le Sughere” di Livorno.

Poco dopo il pronunciamento della sentenza, Antonio Logli è stato condotto dai carabinieri nella casa circondariale Le Sughere di Livorno, in lacrime al telefono con il suo avvocato Roberto Cavani, ha detto: “Sono disperato“.