Belluno, il traduttore salernitano non capisce il casertano: processo da rifare (2 / 2)

A Belluno c’è un processo in corso che vede coinvolti un uomo casertano e sua moglie, residenti da tempo al Nord. Il primo è accusato di maltrattamenti e violenze sessuali ai danni della seconda. Ma il processo è fermo da mesi: nessuno riesce a trovare un interprete di casertano stretto, dato che le intercettazioni (ben 26 ore di insulti, frasi idiomatiche e parolacce) sono per gran parte in dialetto, per l’appunto.

I giudici hanno provato a chiedere a un interprete origionario di Salerno, che però ha ammesso di non capire gran parte delle espressioni idiomatiche utilizzate da A.C., il casertano 37enne che è stato denunciato dall’ex compagna. A Belluno non si è riusciti, per lungo tempo, a trovare qualcuno nato in provincia di Caserta che potesse aiutare la giustizia a trascrivere le intercettazioni.

Ma, forse per caso o forse perché era destino, ieri c’è stata la potenziale svolta. Un appuntato di Caserta è infatti arrivato al comando dei carabinieri di Belluno. Non appena si è saputa la notizia, l’uomo è stato subito accompagnato in aula. L’appuntato probabilmente sarà l’uomo che sbloccherà una volta per tutte il processo: ha giurato davanti ai giudici e si è preso 90 giorni per tradurre le registrazioni. Dopo mesi di stallo, potrebbe essere finalmente arrivata la svolta che la giustizia italiana attendeva.