Attentato in Nuova Zelanda, l’ISIS giura vendetta: “Risposta in arrivo, non si salverà nessuno” (2 / 2)

Il figlio Thala dopo essere stato gravemente ferito si è ritrovato davanti al killer e ha provato a strappargli il mitra dalle mani. E’ stato poi suo padre Rashid ad inseguire Tarrant mettendolo in fuga dopo aver raccolto una delle sue armi da terra. Grazie al loro sacrificio in tanti sono potuti tornare a casa dalle loro famiglie. L’attentatore in un primo momento era riuscito a scappare aiutato dai complici che lo attendevano in auto fuori dalla moschea.

 

 

Intanto la premier neozelandese, ha voluto incontrare le comunità musulmane, velandosi i capelli in segno di rispetto. Nel suo discorso ha ribadito la promessa di cambiare le leggi sulle armi da fuoco. Secondo le prime fonti investigative, sembrerebbe che negli anni scorsi, il killer avesse viaggiato in Croazia, Bosnia e Serbia venendo a contatto con gruppi suprematisti. Questa mattina, sempre in Nuova Zelanda, è stato chiuso l’aeroporto Dunedin per un pacco sospetto. 

 

Nel frattempo in tutto il mondo è stato lanciato l’allarme per possibili nuovi attentati.
“Sono state impartite direttive per una rinnovata attività di monitoraggio per evitare rischio emulazione e l’eventualità di ritorsioni ad opera di ambienti radicali”.
Questo quanto si apprende da fonti provenienti dal Viminale, che ha riunito in via straordinaria il Comitato di analisi strategica antiterrorismo, dopo l’attacco suprematista in Nuova Zelanda. In Italia gli investigatori starebbero anche cercando di ricostruire il legame tra Tarrant e Luca Traini, uno dei nomi che lo avrebbero ispirato in questo suo folle gesto.