“Antonio, stesso destino di mia figlia, stesso orrore”, la madre di Valeria Solesin ricorda così il giornalista italiano (2 / 2)

Valeria, Antonio e Lorenza avevano vite chiaramente diverse, ma mentalità molto simili: ragazzi under 30 aperti al mondo, convinti europeisti, con molto entusiasmo e voglia di vivere, di conoscere persone e culture diversi dalla loro. Antonio Megalizzi, ad esempio, si trovava a Strasburgo, una delle sedi del Parlamento Europeo, proprio per seguire l’Assemblea Plenaria. Lavorava per una web radio universitaria finanziata anche da fondi europei.

Era quello che, per usare un anglicismo, chiamiamo un “globetrotter”: si era laureato a Verona, aveva seguito un corso di laurea magistrale a Trento in Studi Internazionali e si era trasferito da qualche mese a Strasburgo per un master. Ed è morto per mano di un cittadino francese, residente a Strasburgo, Cherif Chekatt, suo coetaneo (29 anni).

La madre di Valeria Solesin cita proprio i genitori del killer. Chekatt è stato abbattuto dalla Polizia francese e per quanto sia, oggettivamente parlando, un assassino, è innegabile che i suoi genitori in queste ore lo stiano piangendo: “Quando succedono cose del genere penso spesso ai genitori. Anche loro devono affrontare un lutto. Per me resta un mistero. Perché l’ha fatto? Chissà i loro genitori come reagiscono. Sicuramente si faranno molte domande. E rimangono con la consapevolezza di aver perso un figlio da un momento all’altro, proprio come noi”.