Allarme Cannabis Light: è un prodotto sicuro per il consumatore? (1 / 2)

Allarme Cannabis Light: è un prodotto sicuro per il consumatore?

Da quando in Italia è esploso il mercato della “cannabis light” la confusione regna sovrana: non si riesce a distinguere ad occhio nudo la cannabis light da quella illegale (questo vale per forze dell’ordine e cani anti-droga, ma anche per professori delle scuole e per genitori) e l’ambiguità delle leggi sulla canapa ha dato spazio a diverse interpretazioni che hanno portato alla comparsa sul mercato di prodotti con caratteristiche decisamente diverse tra loro. 

 

Nonostante sia ampiamente risaputo che questi prodotti vengano di fatto assunti da chi li acquista, la legge italiana li considera come degli oggetti da collezione non destinati all’utilizzo umano, esonerandoli da ogni tipo di controllo sanitario. Se la legge attribuisse alla cannabis light la sua corretta destinazione d’uso, questi prodotti sarebbero sottoposti a controlli specifici approntati dalla normativa di riferimento e l’utente finale si ritroverebbe in mano un articolo sicuro. Con la dicitura “uso tecnico” invece il produttore non soggiace ad alcun obbligo che non sia suggerito dall’etica e dalla propria credibilità.

 

Le piante di cannabis sono bioaccumulatori che assorbono i contaminanti dal terreno, inoltre possono venire facilmente contaminate a causa di una scorretta conservazione o bassi standard di produzione. Nel mercato oggi circola una grande quantità di prodotti nocivi per il consumatore, non sottoposti a controlli e allo stesso tempo perfettamente legali: piante cresciute in terreni inquinati che non erano mai stati coltivati prima, utilizzo di pesticidi, erbicidi e fertilizzanti chimici, infiorescenze conservate in ambienti non idonei che rendono possibile la proliferazione di muffe e batteri, etc. Inoltre si fa oggi grande uso di soluzioni aromatizzanti ed additivi che conferiscono un forte profumo alle infiorescenze ma che sono altamente nocivi se fumati o assunti in altro modo. Si tratta di sostanze che non sarebbero consentite se questo tipo di prodotti fossero inquadrati dalla legge per l’utilizzo che realmente ne viene fatto.