Addio alla mamma di Ilaria Alpi, morta senza sapere la verità sull’omicidio della figlia (2 / 2)

omicidio di Mogadiscio si nascondeva un movente più drammatico e non era solo un “semplice” sequestro finito male. Già dalle prime indagini, aveva capito che c’era qualcosa di strano, non fu fatta l’autopsia sul corpo di Ilaria e il referto dell’esame autoptico sparì dalle carte ufficiali e riapparso nelle carte di un trafficante intenzionale di armi. Una serie di bugie, depistaggi e conclusioni affrettate ci sono state intorno a questo caso e Luciana si rese conto che la morte della figlia, insieme al suo collega, era stata il culmine di un’inchiesta

giornalistica che avrebbe potuto mettere in seria difficoltà il governo italiano e il mondo della nostra Cooperazione. La giornalista del Tg3 riuscì ad indagare sul traffico delle armi tramite le navi finanziate dal governo italiano che venivano affidate in Somalia.

Fu condannato ingiustamente un uomo, Hashi Omar Hassan che è rimasto per sedici anni in carcere da innocente perché un testimone lo accusò ingiustamente in cambio di soldi. Sia Luciana che suo marito Giorgio, non hanno mai pensato che fosse lui il colpevole. La donna ha sempre dichiarato

che sia l’Italia che la Somalia hanno ignorato, coperto, occultato e depistato per anni le indagini per non sollevare la responsabilità sul traffico internazionale di armi e rifiuti tossici.

In un’intervista dello scorso anno, Luciana aveva dichiarato: “La verità non la vogliono. Fanno passare gli anni sperando che quando verrà la mia ora non ci sarà più nessuno che continuerà a insistere per chiedere verità e giustizia”. Questo, ora che Luciana non c’è più, deve essere assolutamente evitato affinché con lei non si spenga anche la ricerca della verità su Ilaria Alpi e Miran Hrovatin.