Addio a Hideo Azuma: si è spento il papà di Pollon e Nanà (2 / 2)

Durante gli anni Ottanta, il disegnatore ha scelto volontariamente una vita da senza fissa dimora, per sfuggire dallo stress e da alcuni debiti contratti. La sua vita da clochard è stata da lui stesso raccontata nel manga “Il diario della mia scomparsa” (in edizione originale è apparso nel 2005), pubblicato in Italia quest’anno da J-Pop.
Nel 2019, proprio grazie a quest’opera, Azuma ha vinto Premio Gran Guinigi 2019, promosso da Lucca Comics.

“Il diario della mia scomparsa” è un racconto autobiografico che ripercorre le tappe della sua depressione. Nel libro il mangaka racconta anche una pratica abbastanza diffusa in giappone, quella del johatsu (“evaporare”), ossia la scelta di chi decide di scomparire, schiacciato dal lavoro, dai debiti o dall’esistenza proprio come era accaduto a lui. Da mangaka di fama mondiale a clochard. 

Se si riesce a superare la fame e il freddo, la vita da senzatetto è piena di momenti piacevoli, visto che si è completamente liberi, non si hanno obblighi, né limitazioni”, aveva raccontato in un’’intervista rilasciata a J-POP pochi mesi fa.

Azuma, dopo aver passato qualche anno in strada, si è però accorto che avere tanti giorni liberi voleva dire anche avere tanti giorni in cui non avere nulla da fare. E così si è trovato un lavoro, come operaio. Prima di ricongiungersi con la famiglia, con la quale ha passato i suoi ultimi anni.