A 22 anni dice basta al suo lavoro da insegnante: “Non posso tornare a casa alle 6 e mezza ogni giorno” (2 / 2)

Poi, però, è arrivata la ‘grande prova’ e il giovane Eddie non l’ha superata. O meglio, si è astenuto dopo un breve periodo sul campo. Chiaramente un’esperienza negativa del genere lo ha deluso profondamente, motivo per il quale ha deciso, quasi in lacrime, di raccontare a tutti –tramite il suo profilo social e in un’intervista al Liverpool Echo- la sua avventura negativa e il motivo che l’ha spinto ad abbandonare sul nascere questo tipo di carriera.

“Sono stufo di svegliarmi alle 5 e mezza ogni mattina per correggere i compiti dei miei alunni e poi di preparare la lezione per un gruppo di bambini di 8 anni. Sono stufo di tornare a casa non prima delle 6 e mezza del pomeriggio, di essere l’ultima persona ad uscire dall’edificio scolastico. Sono stufo di subire continue pressioni”, questo il succo del suo discorso con cui ha annunciato l’addio alla carriera di insegnante.

“La verità è che l’università non ci insegna affatto come comportarci in una classe. Avremmo dovuto fare molta più pratica sul campo durante gli anni di studio. Ho scoperto che insegnare non vuol dire trasmettere conoscenze ai bambini, piuttosto vuol dire insegnarli come superare dei test. Non fa per me questa vita. Lascio perché a lungo andare la mia salute mentale potrebbe peggiorare”. Che dire? È da apprezzare la sua sincerità o credete che si sia arreso davvero troppo presto?