6 italiani su 10 non leggono: i lettori sono ormai in via d’estinzione. E questa politica ne è una conseguenza (2 / 2)

La scarsa lettura di libri provoca vari effetti negativi, quello più grave è l’aumento di analfabeti funzionali nel nostro Paese, in Italia sono il 28% della popolazione.

Bisogna chiedersi perché il popolo italiano non dedica il suo tempo libero leggendo libri, il calo è costante e negli ultimi sei anni si sono persi tre milioni e mezzo di lettori. Per questa statistica, l’Istat ha coinvolto gli editori che hanno espresso la loro opinione. Il principale fattore è da ricondursi al basso livello culturale della popolazione (39,7% delle risposte) e alla mancanza di efficaci proposte politiche e scolastiche per la lettura (37,7%).

Il motivo di questo può essere l’assenza di tempo e la situazione economica ma, riflettendo, l’assenza di tempo è una scelta. Chi vuole leggere, si ritaglia sicuramente un tempo per farlo. Nell’era di oggi esistono anche gli ebook e non bisogna per forza acquistare un libro, quindi se le percentuali in Italia sono così basse è perché il popolo sceglie di non leggere.

Questa mentalità deve cambiare per il bene di tutti. Il presidente dell’Associazione Italiana Editori, ha spiegato che “la mancanza di tempo è sempre stata la motivazione principe che i non lettori portano per giustificare il loro rapporto con il libro e la lettura“.

“È certamente vero, soprattutto all’interno degli odierni ritmi di lavoro, spostamento, occupazione del tempo. In realtà credo che dietro questa affermazione si nascondano delle dinamiche più complesse. Tanto che è curioso che la giustificazione della non lettura per il poco tempo a disposizione sia più alta tra gli uomini rispetto alle donne, che hanno anche il cosiddetto tempo di cura a loro sfavore. Dietro questo dato penso ci sia piuttosto un disinteresse verso la lettura più in generale che non si vuole dichiarare, un posizionamento del libro e dell’attività del leggere vissuto come qualcosa di non completamente positivo”.