Trento: il cane abbaia in continuazione, i giudici ne ordinano il sequestro

Una querelle assurda ha portato in esecuzione un provvedimento giudiziario molto discutibile, che ha disposto il sequestro del cane di una famiglia, il quale ha avuto l'unica colpa, secondo i vicini, di abbaiare troppo.

Trento: il cane abbaia in continuazione, i giudici ne ordinano il sequestro

Una lite tra vicini come tante si è trasformato in un caso nazionale con i segni distintivi di una commedia dell’assurdo: tale guazzabuglio ha trovato palcoscenico a Roveré della Luna, in provincia di Trento, e protagonista, a suo malgrado, è un cane.

La questione tra i proprietari del cane ed i vicini di casa è durata molto tempo: dapprima si sono presentate come pesanti rimostranze, successivamente sono sfociate in liti con insulti e botte, quindi sono giunti i carabinieri più volte per sedare le risse, proseguendo sono arrivate le denunce con relative sentenze e due ammende da 154 euro e da 70 euro.

La questione non si è mai risolta, perché queste persone hanno sempre vissuto con ossessione la presenza di un cane come tutti gli altri, che abbaia di tanto in tanto. Il bassissimo grado di sopportazione dei vicini ha portato un’altra volta in tribunale i contendenti perché il pastore maremmano, secondo loro, non li faceva dormire la notte.

La vicenda risulta assurda anche per il motivo che tali vicini non sono tanto “vicini”, vivono a ben trecento metri di distanza dal giardino dove risiede questo pastore maremmano. Sempre secondo loro, questo cane era proprio insopportabile e, alla fine, la magistratura ha incredibilmente dato loro ragione.

Il gip di Trento Marco La Ganga ha disposto il sequestro del cane e, alle otto di una mattinata qualsiasi, i carabinieri si sono presentati davanti all’abitazione di questa famiglia per sequestrare il pastore maremmano, che è stato condotto in un canile in località Marco di Rovereto.

La famiglia ha presentato ricorso al tribunale del riesame, l’avvocato dei proprietari dichiara: “Avrebbero potuto pagare il decreto penale di condanna, era un’ammenda, ma per loro è una questione di principio, sono affezionati al cane, è un componente della famiglia per loro”. Il caso rimane aperto e staremo ad osservare come si concluderà questa storia di campagna.

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