In Salento la morte del cane Gino viene ricordata con i manifesti funebri

La morte del cane Gino non ha lasciato indifferente la comunità di Campi Salentina, in provincia di Lecce: tutti lo conoscevano e la sua scomparsa ha amareggiato molti abitanti del borgo salentino.

In Salento la morte del cane Gino viene ricordata con i manifesti funebri

Nel Salento, a Campi Salentina, in provincia di Lecce, la notizia della scomparsa di un cane per morte naturale poteva passare inosservata, se non per i suoi proprietari. Invece l’intera comunità ha voluto ricordare in modo speciale la dipartita del quadrupede, molto amato e conosciuto da tutti in paese, con tanto di manifesti funebri.

Tali cartelli sono stati appesi sulla facciata del municipio del comune salentino e sui muri del centro e della periferia, con un testo che recita così: “Gli Amici della Piazza si uniscono al dolore per la scomparsa del caro Amico a quattrozampe Gino“. In calce al manifesto c’è l’augurio di “Buon Ponte“, il quale fa riferimento chiaramente al mistico “Ponte dell’Arcobaleno”, che sarebbe il Paradiso dei cani.

Il cane era un comune meticcio dal pelo chiazzato di vari colori, che negli ultimi mesi soffriva per il peso dell’età. Le sue vicende erano seguite da tutti gli abitanti del paese, perché Gino non apparteneva a nessuno, randagio com’era sempre stato, ma era come se fosse un po’ di ognuno degli 11.000 abitanti del comune in mezzo alle campagne leccesi.

Il cane stazionava di solito nella zona del centro storico, in Piazza Libertà, dove gli anziani del luogo e coloro che transitavano lì e lavoravano nelle varie attività commerciali lo conoscevano a menadito, lo carezzavano e gli parlavano, oltre a provvedere talvolta ai suoi bisogni con cibo ed acqua.

Sono stati proprio gli Amici della Piazza, tutti gli abitanti del cuore pulsante di Campi Salentina, a prendere questa iniziativa per rendere il giusto omaggio al loro amico che se ne è andato per sempre nei giorni scorsi, per ricordarlo come uno di loro, uno del paese e non come un semplice randagio, perché Gino era uno che viveva davvero la città e che faceva parte a tutti gli effetti degli eventi e della storia del paese.

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