I Carabinieri Forestali hanno messo in atto una clamorosa operazione che ha sventato un commercio illegale di cuccioli di cane, il quale rischiava di mettere in atto un grosso giro di denaro molto importante.
L’operazione condotta ha fermato il traffico illegale di 229 esemplari di cani che apparentemente sembrano di tipo Lupo cecoslovacco, ma di cui si indugia sulla loro reale razza, della quale si sospetta che si tratti di un incrocio tra un cane ed un lupo, incorci anche di tipo avanzato, di secondo e terzo grado, La loro storia e la loro origine diventa un giallo nazionale ed il mondo degli amanti dei cani si spacca sull’etica di queste operazioni di incroci fra razze canine.
La grande inchiesta messa in atto ruota attorno ad Alaska, un esemplare che appare di lupo cecoslovacco, ma che in realtà si tratterebbe di Ave Lupo, comunque un cane di quella razza che è stato importato illegalmente in Italia nel 2003 e che ha iniziato a dare al mondo tutti questi esemplari in un allevamento chiamato Passo del Lupo, in cui il proprietario si discolpa e rimuove da sé tutte le accuse che gli sono piovute addosso per questo commercio canino illegale.
Ave Lupo, il vero nome del cane Alaska, sarebbe figlio di Lupina, un vero lupo selvatico di tipo canadese ed un cane di nome Armin. Proprio per tutta questa serie di incroci e di pseudonimi canini l’inchiesta condotta dal gip Paola Losavio e dai suoi Carabinieri Forestali è stata molto complicata e prolungata negli anni.
Nel corso di questi anni, però, si è intensificata di molto la lotta ed il contrasto al commercio illegale di questo tipo di cani che, secondo il Ministro dell’Ambiente Galletti, rischiano di mettere in serio pericolo la biodiversità canina presente nel nostro Paese.