Il bull terrier di Rivoli scagionato: non ha ucciso l’addestratore

La morte di un addestratore di cani in provincia di Torino nei giorni scorsi ha fatto piuttosto scalpore: tutti avevano dato la colpa ad un bull terrier. L'autopsia ha determinato che si è invece trattato di malore.

Il bull terrier di Rivoli scagionato: non ha ucciso l’addestratore

La morte di Daniele Lobue, 26 anni di Rivoli (Torino), la scorsa settimana aveva fatto molto scalpore: il suo corpo era stato ritrovato all’interno del parco del giardino di Monteu da Po, pieno di morsi e nei suoi pressi c’era un bull terrier, il proprio cane Sid. La notizia ha trovato presto spazio su Internet, sui telegiornali e sui quotidiani per la gravità dell’accaduto.

Si è aperto, quindi, un processo verso la pericolosità verso certe razze canine, proprio mentre nelle stesse ore il cane Iceberg, dogo argentino “imprigionato” in Danimarca, ritrovava la strada di casa verso l’Italia. Le forze dell’ordine hanno voluto vederci chiaro assieme ai magistrati incaricati del caso e non hanno voluto fermarsi all’evidenza della scena del delitto ed hanno disposto l’autopsia del povero Daniele Lobue.

Ieri, 21 novembre 2017, è uscito il referto dell’autopsia che ha delineato un quadro della situazione molto diverso: Daniele Lobue è morto a causa di un aneurisma e quindi il suo cane Sid c’entra ben poco con il suo decesso. Gli inquirenti hanno potuto ricostruire un quadro della morte del giovane addestratore diverso a quello apparso nei rilievi iniziali.

Daniele Lobue si è accasciato al suolo, probabilmente morto sul colpo a causa del grave aneurisma, e il suo cane Sid ha dapprima pensato a un gioco, mordendo il suo padrone in varie parti del gioco e procurando ferite postume al decesso. Quando Sid ha compreso che il suo padrone era passato a miglior vita, ha iniziato a latrare e a guarire.

Una persona che si trovava nei pressi del giardino ha perciò visto il povero ragazzo pieno di ferite, disteso al suolo, ed ha chiamato l’ambulanza e le forze dell’ordine. Il cane, comunque, per ora rimane all’interno del canile di Settimo Torinese in attesa di una delibera dei magistrati in merito al suo possibile futuro: consegnarlo alla famiglia o porlo in adozione.

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