Cani maltrattati salvi grazie al loro finanziere, il cane Caboto

Il cane Caboto collabora da molto tempo con la Guardia di Finanza e da molti mesi si occupa anche del salvataggio di suoi simili maltrattati ed importati illegalmente dall'estero.

Cani maltrattati salvi grazie al loro finanziere, il cane Caboto

Il cane Caboto è un cane lupo che da molto tempo lavora nella sua squadra antidroga della Guardia di Finanza, un team di professionisti dediti ai controlli doganali a Gorizia, città di confine tra l’Italia e la Slovenia, che sostanzialmente riguarda il passaggio di persone e cose dai Paesi dell’Est europeo.

Caboto è da sempre una prima punta nella scoperta di traffici illegali di droga in ingresso in Italia, usa da sempre il suo infallibile fiuto per controllare tutte le automobili in transito sul nostro confine, non sbagliando praticamente mai; la squadra in cui lavora risulta infatti una delle più efficienti su tutto il territorio nazionale.

Stavolta il cane Caboto ha però fatto centro in un senso diverso, riuscendo in un’impresa che gli ha permesso di salvare molti suoi simili: il cane questa volta era impiegato al casello autostradale di Villesse ed ha fermato una vettura occupata da una coppia di ungheresi appena entrati nel nostro Paese. Con essi erano presenti sull’auto sette cuccioli di bulldog francese, una razza di cane molto ricercata.

Non solo: in un controllo del tutto simile il cane Caboto ha fiutato nell’auto di una coppia di persone domiciliate nel Frusinate un carico speciale: infatti, rinchiusi in pessime condizioni igieniche, c’erano 27 cuccioli di cane di razze molto diverse: chihuahua, bulldog franchesi, pincher e Jack Russell. Questa vettura è stata bloccata al confine con la Slovenia.

Ciò che più impressiona è che in entrambi i casi, oltre che il fatto che i cuccioli erano chiusi in una scatola, era il fatto che essi riportavano i chiari segni di maltrattamenti e di botte subite dai loro allevatori e, magari, anche da coloro che li trasportavano in Italia; tale brutalità è stata interrotta grazie al tempestivo intervento di Caboto.

Tutti questi cuccioli di cane (che avrebbero fruttato 500 euro ciascuno) ora si trovano nel canile di Udine e all’aziena zooantropologica di Trieste, tutti in buona salute e al sicuro, mentre per le quattro persone imputate sono scattate le denunce per maltrattamenti e introduzione illegale di cuccioli nel nostro Paese.

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