Musica in 8D: l’ascoltatore al centro dell’esperienza sonora

La musica in 8D è l’ultima frontiera del suono, ma anche la più diffusa catena del lockdown: “Ascoltalo solo con le cuffie” è il messaggio più frequente delle ultime settimane nei gruppi di chat private e social.

Musica in 8D: l’ascoltatore al centro dell’esperienza sonora

Ancora una volta la musica si conferma una delle principali forme di compagnia, e di salvezza per certi versi, nei momenti di solitudine come quello che stiamo vivendo a causa della quarantena prodotta dalla pandemia da Covid19. Ci viene proposta un’esperienza sonora che dà l’impressione all’ascoltatore di essere circondato da più casse, posizionate in punti diversi della stanza.

E’ la musica composta con tecnologia 8D dai Pentatonix, abbreviato “PTX”, un gruppo vocale a cappella noto negli Usa grazie alla vittoria della terza stagione del talent show statunitense The Sing-Off e vincitore di 3 Grammy Award. Il nome deriva da “pentatonic”, in italiano “pentatonica”, ovvero una scala musicale formata da cinque note che rappresentano le loro 5 estensioni vocali diverse.

Lo stile musicale del gruppo è soprattutto quello pop e le loro produzioni più conosciute sono la maggior parte cover, medley e mash-up. Il video officiale della loro versione in 8D di Hallelujah di Leonard Cohen ha registrato più di 500 milioni di visualizzazioni e il loro canale ha 18 milioni di iscritti. I primi esperimenti di musica 8D, in verità, risalgono agli anni ’70, quando ad essere direzionati erano i microfoni.

In questo periodo di quarantena, è diventato un fenomeno mainstream. Si tratta di una manipolazione di fase (dell’onda sonora, ndr) che impedisce al cervello di identificare da dove proviene il suono offrendo una sensazione di ascolto innovativa, che ci avvolge come se la musica si muova armoniosamente propagandosi all’esterno degli auricolari e all’interno di una sfera tridimensionale o a 360 gradi. Anche se attraverso una tecnica diversa, l’effetto potrebbe ricordare il Surround (il suono musicale si “muove” da un diffusore all’altro).

Quest’ultimo si basa sull’impiego di più altoparlanti che, in base alla posizione, trasmettono il senso della direzione sonora (solitamente da due fino a otto casse, più una per i bassi). Con l’8D, non è più una questione di diffusori ma di un unico flusso sonoro ”fluido”, che circola “liberamente”. Il grande successo di questa tecnologia è avvenuto con l’hip-hop: da “Young and Beautiful” di Lana del Rey a “Lose Yourself” di Eminem.

Tuttavia, in questo periodo ci sono alcune delle migliori canzoni rock nelle piattaforme di streaming dedicate a questa nuova frontiera del suono, come Stairway to Heaven dei Led Zeppelin, caratterizzata già di suo da una melodia che avvolge l’ascoltatore. I brani che si dimostrano più adatti all’editing 8D sono certamente quelli strumentali, di musica elettronica e ambient, finalizzati a creare un’atmosfera onirica.

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