Lenny Kravitz: all’inizio la sua musica veniva rifiutata perché non abbastanza “nera”

Sembra difficile da credere, eppure Lenny Kravitz faticò non poco per farsi apprezzare dalle case discografiche, le quali non erano intenzionate a puntare sulla sua musica, giudicata non abbastanza “nera”.

Lenny Kravitz: all’inizio la sua musica veniva rifiutata perché non abbastanza “nera”

Oggi è indubbiamente una delle star della musica internazionale, ma all’inizio della sua carriera in pochi erano disposti a credere nei suoi brani. Come svelato per mezzo di un’intervista concessa a “Variety“, Lenny Kravitz non nasconde che da perfetto sconosciuto fu difficile arrivare a firmare il primo contratto discografico.

Il cantante newyorkese ammette infatti che alla fine degli anni ’80 non fu facile farsi apprezzare dalle case discografiche. Convinto però della bontà della sua musica, continuò imperterrito sulla sua strada. Ma il risultato era sempre lo stesso: nessuno era disposto a puntare su di lui. La motivazione? La sua musica non veniva considerata “abbastanza nera“.

Era gente che non capiva la musica che stavo facendo, che non aveva idea di come venderla e di come posizionarla sul mercato“, ha ricordato l’artista, che ripensando a quegli anni ha avuto modo di togliersi qualche sassolino dalle scarpe. Non nasconde nemmeno di aver ricevuto delle proposte di collaborazione, a patto però di cambiare registro.

Ma il polistrumentista ha sempre rifiutato, conscio di poter arrivare un giorno ad essere capito. “Sapevo solo di stare cantando ed interpretando la mia verità” è stata l’ammissione del cantautore, il quale riuscì con il tempo a dimostrare di averci visto lungo. Seppur privo di denaro, aveva dalla sua la testardaggine e l’ambizione di un ventenne profondamente fiducioso della sua offerta musicale.

E il successo arrivò nel 1993 con la hit “Are You Gonna Go My Way“. Per l’artista di “Again” è stata una grossa soddisfazione, anche se deve allo stesso tempo ammettere di non aver mai avuto l’ossessione della fama. “Da quando ce l’ho fatta, la faccenda del successo non mi ha mai interessato. È solo questione di rimanere umile e grato per quello che si ha. Non ho mai detto di voler diventare una star: ho sempre detto di voler fare il musicista. Mi sono sempre basato sull’arte, non sul numero di dischi venduti o sulla capienza dei palazzetti dove suono”.

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