Alcune band combattono l’utilizzo degli smartphone ai concerti

Gli smartphone sono l'argomento centrale al giorno d'oggi, o meglio la dipendenza che creano. Anche le rock band se ne sono accorte e hanno preso delle misure precauzionali.

Alcune band combattono l’utilizzo degli smartphone ai concerti

Quante volte ogni giorno utilizziamo lo smartphone? Vedere cosa succede in un piccolo schermo di fronte a noi spesso ha la precedenza su ciò che sta accadendo nella vita reale. Camminando per strada in qualsiasi momento è impressionante la quantità di persone che guarda gli schermi dei telefoni piuttosto che ciò che le sta di fronte.

L’ultima tendenza tra le rock band è quella di vietare l’uso del cellulare durante i concerti. Per promuovere l’impegno sono stati costruiti dei sacchetti speciali in cui, utilizzando particolari tecnologie, lo smartphone all’interno sarà bloccato delle sue funzioni e sarà automaticamente sbloccato solo passando attraverso le porte dell’uscita.

Ciò vuole essere un tentativo per permettere alle persone di vivere nel presente. Una delle prime band a prendere questa posizione è A Perfect Circle. Billy Howerdel ha parlato del motivo per cui ha deciso di vietare l’uso del cellulare sul DOMKcast: “Sono andato a giocare dove, se si usa il telefono, vieni preso a calci. Vogliamo che tu sia presente“.

Dopo un concerto, generalmente, si ha bisogno di un po’ di tempo per riuscire effettivamente a capire cosa si è appena visto. E il frontman dice questo: “Hai bisogno di un momento per riflettere sul concerto. Non preferiresti farlo con qualcun altro e non con il tuo schifoso video di iPhone 4s?“.

Gli studi hanno dimostrato che è possibile diventare dipendenti dall’uso del cellulare. Alcuni aspetti del telefono, quali i “like”, le visualizzazioni e quant’altro, possono rilasciare dopamina nel cervello, la quale stimola un desiderio sempre maggiore nei confronti di ciò che la rilascia.

Ered della band canadese The Veer Union ha scritto una canzone, dal titolo “Living Not Alive”, su quanti smartphone hanno consumato la nostra vita: “È divertente perché alcune persone sono più interessate a trasmettere qualcosa sulla loro vita sui social media che vivendo quel momento nella loro vita“. Non sono parole particolarmente difficili e dovrebbero far riflettere.

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