Galaxy S10: ecco come potrebbe essere in base ai brevetti ed agli insider

Diversi brevetti registrati negli ultimi mesi, oltre alle voci provenienti dalla catena produttiva sudcoreana, ci consentono di immaginare come potrebbe essere il futuro Samsung Galaxy S10, in 2 o 3 versioni, previsto tra circa un anno.

Galaxy S10: ecco come potrebbe essere in base ai brevetti ed agli insider

Il Galaxy S9 è sbarcato ufficialmente in commercio il 16 Marzo e, quindi, ci vorrà pressappoco un annetto per poter mettere le mani sul suo successore, il Galaxy S10: tuttavia, diverse indiscrezioni e brevetti depositati ci aiutano nell’esercizio di stile di immaginare come sarà il top di gamma telefonico del 2019.

Secondo alcuni brevetti depositati presso l’organizzazione mondiale per la tutela della proprietà intellettuale, il WIPO, l’azienda di Seoul starebbe pensando di compiere il grande salto verso il “display totale”, capace di sfiorare un rapporto screen-to-body del 100%: una prima documentazione, presentata nel Novembre scorso, raggiungeva lo scopo celando sotto il display – nella parte oggi occupata dal lunotto superiore – tutti i sensori (capsula auricolare, di luminosità e prossimità), oltre alla selfiecamera. Il profilo Edge che verrebbe ivi collocato, all’occorrenza, diventerebbe trasparente, in virtù di particolari pannelli OLED (citati a loro volta in un brevetto del Gennaio 2018), consentendo l’uso di quanto elencato.

Anche a Febbraio, dal database del WIPO, è emerso un brevetto Samsung inerente il concetto di Full Display, questa volta dotato di Force 3D che verrebbe applicato sul tasto Home virtuale (con funzione di scanner per le impronte, in base ad un ulteriore brevetto depositato, però, in Corea del Sud) in modo che, in base al livello di pressione, venga attivata la HomeScreen, l’elenco delle app recenti, o i comandi vocali. Nel caso specifico, sarebbe tutta la barra inferiore dei pulsanti virtuali ad essere personalizzabile, persino comprimibile per consentire l’uso dell’interfaccia (montata su Android P 9.0) con una mano sola. 

Il prossimo Samsung S10 potrebbe innovare anche il sistema di autenticazione e sicurezza interno. Tempo fa, il colosso coreano ha registrato un sistema che consente di recuperare la password di accesso al device attraverso la scansione, via selfiecamera, del palmo della mano che, in quanto corredato di molte linee e segni, è un elemento molto personale. Tale meccanismo, però, servirebbe solo ad aiutare nel recupero della password, suggerendo quest’ultima in base al riconoscimento di determinati marker fisici. 

In alternativa a tale sistema, Samsung sta pensando anche all’autenticazione su un device tramite l’analisi del sangue, o meglio del flusso sanguigno relativo alla conduzione arteriosa, memore del fatto che due persone hanno un percorso arterioso differente l’una dall’altra: secondo il brevetto in questione, emerso il 25 Gennaio 2018 dall’archivio ginevrino del WIPO, ma depositato nel Luglio dell’anno prima, tale sistema potrebbe anche essere adoperato per trasformare lo smartphone, o uno smartwatch, in un sistema di sblocco anche per i portatili. 

Più probabile che, a far spazio a un maxi display, sia lo scanner per le impronte, magari del tutto sostituito da un sistema di scansione 3D del volto, à la iPhone X. Ne è convinta la testata locale Korea Herald, secondo la quale Samsung avrebbe coinvolto nel progetto sia l’israeliana Mantis Vision che la coreana Namuga (realizzatrice dei moduli 3D per le webcam Intel RealSense) per mettere in campo una tecnologia talmente sicura da poter essere abbinata con la piattaforma di pagamenti Samsung Pay. 

Questo in prospettiva. Tra gli elementi più prossimi a fare la loro comparsa nel futuro Galaxy S10 vi è il materiale di costruzione, probabilmente il già citato (a proposito del Note 9) Metal 12, una lega di magnesio e alluminio, più resistente e leggera dei materiali tradizionali, tanto da esser stata usata sui Notebook 9 della casa. Ipotizzata in passato sui Galaxy S8 e Note 8, ad oggi, non risulta ancora implementata sugli smartphone Samsung.

A campeggiare sul device sarebbe presente un display da 5.8 pollici, per alcuni dotato di una cerniera laterale per accrescerne la diagonale a 8 o 9 pollici con switch dell’interfaccia da mobile a Desktop, mentre il processore dovrebbe essere a 7 nanometri (un Exynos e lo Snapdragon 855, più sottili, sì da alloggiare una batteria di nuova generazione più capiente), con RAM da 8 GB e storage da 256 GB: a proposito dello storage, però, giova ricordare che Samsung ha appena messo in produzione delle nuove memorie eUFS che, sfruttando tramite un controller integrato 64 strati in luogo dei 48 attuali, riescono a supportare – sugli 8 chip V-NAND di cui sono composte – ben 512 GB di archiviazione ed ottimi valori in scrittura (860MB/s) e lettura sequenziale (255MB/s), così come nella lettura e scrittura casuale (rispettivamente 42000 e 40000 IOPS).

Infine, dulcis in fundo, il nome. I successori del Galaxy S9 si chiameranno ancora Galaxy, ha confermato il CEO della divisione mobile, DJ Koh, allo scorso MWC 2018, ma si ipotizza un rebranding della numerazione che, per alcuni, potrebbe non essere S10 ma X, e comprendere – oltre al duetto tradizionale di punta – anche uno smartphone flessibile o pieghevole. 

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