Ecco l’identikit dei futuri smartphone Samsung (dal 2018)

Con il Galaxy S8 in dirittura d'arrivo, tra qualche mese, è già tempo di pensare a quali tecnologie Samsung includerà sui successivi top di gamma, a partire dal Note 9: ecco, in base agli ultimi brevetti di Seul, come potrebbe essere device high-end del 2018.

Ecco l’identikit dei futuri smartphone Samsung (dal 2018)

Nel mentre prepara l’attesissimo e piuttosto prossimo top gamma Galaxy S9, la coreana Samsung è già al lavoro su quello che sarà lo smartphone del domani che, in base a diversi suoi brevetti depositati negli ultimi tempi, possiamo già arrivare ad ipotizzare e che, forse, potrebbe arrivare sul serio nel mercato telefonico, sotto forma del phablet Note 9, calendarizzato per fine estate 2019.

Scanner per le impronte sotto il display

A quanto pare, il Galaxy S9 si limiterà ad adottare un migliore scanner per le impronte, posizionato sotto la fotocamera posteriore con assetto verticale: questo, però, non vuol dire che in quel di Seul non esplorino anche strade parallele, ed alternative. Un brevetto depositato dai Samsung Labs, infatti, farebbe riferimento ad un sistema di riconoscimento biometrico “in-display”, ovvero posto sotto il display: nella documentazione allegata a tale progetto, è possibile notare come il rilevatore del tocco sia posto sotto il vetro del monitor, in modo da supportare 12 diversi punti di pressione, e da consentire l’autenticazione dell’utente (segnalata – poi – da un feedback vibrazionale) toccando qualsiasi punto, o quasi, del touchscreen (in un meccanismo che ricorda quanto messo in atto già da Xiaomi, col primo Mi Mix). Gli impeghi potenziali di una tale tecnologia di sicurezza sarebbero davvero tanti: dall’autorizzazione dei pagamenti, grazie alle carte di credito virtuali depositate nel “borsellino” Samsung Pay, all’occultamento di foto sensibili in caso di impronta non riconosciuta, all’accesso a talune app “critiche”, come il registro delle chiamate, o l’app di gestione degli SMS. 

Arrivano le animoji made by Samsung?

Sempre restando in ambito sicurezza, o forse no, un recente report segnala come Samsung abbia fatto un grosso ordinativo di componenti per il riconoscimento 3D: considerando l’intenzione di Samsung di migliorare con un algoritmo il sensore dell’iride, l’hardware in questione potrebbe servire, nei prossimi top gamma coreani, per operazioni relative alla realtà virtuale o aumentata, e per supportare lo sbarco di simil animoji, come quelle attualmente in auge sull’iPhone X

L’autonomia: batterie al grafene, e nuova tecnologia di ricarica wireless

Nel contempo, un altro settore sul quale Samsung sta lavorando è quello dell’autonomia, e della ricarica, dei suoi futuri device mobili. Il SAIT (Samsung Advanced Institute of Technology) ha pubblicato su “Nature” i dettagli di un brevetto, depositato negli USA ed in Sud Corea, in cui veniva spiegata una nuova tecnologia, in grado di incrementare capienza e velocità di ricarica delle batterie, senza che quest’ultime si scaldassero troppo. Lo straordinario risultato sarebbe stato ottenuto grazie alla sintesi, ottenuta con la silice (SiO2), di sfere tridimensionali di grafene che, usate in una batteria (per l’anodo ed il catodo), permetterebbero ad un’unità energetica di media dimensioni di stoccare il 45% di energia in più, ricaricandosi – rispetto ad oggi – più velocemente del 5% (in appena 12 minuti), e senza alcun degrado prestazionale (vista la sua capacità di reggere a temperature di 60°). Basterà per pensionare l’ormai inadeguata tecnologia delle batterie al litio, con oltre 25 anni di storia sulle spalle?

Anche il processo di ricarica sembra essere oggetto delle cure samsunghiane. Almeno a giudicare da un recente brevetto afferente ad una nuova base di ricarica “Dual Wireless Charging Pad”, in predicato di arrivare in commercio nel prossimo anno, le cui caratteristiche peculiari sarebbero 2: poter ricaricare due device assieme (2 smartphone, o 1 smartphone ed 1 smartwatch), anche a distanze notevoli, combinando induzione e risonanza magnetica

Processori: tra dissipazione del calore, e reti neurali

Va da sé che, parlando di batterie e ricarica, uno dei primi pensieri dell’utente corre alla dispersione del calore generato dalla componentistica interna del proprio futuro top gamma: in tal senso, un rapporto di DigiTimes, basato su confidenze provenienti dalla filiera produttiva, conferma che, per tutto il 2018, Samsung userà ancora gli heat pipes (tubicini in rame) per disperdere il calore, visto che le “camere di vapore”, pur più efficienti (infatti, dovrebbero venir usate a partire dal 2019), comporterebbero un aggravio di costi, ed un ispessimento del device (seppur di soli 0.4 mm), che viene ben tollerato nei portatili, provvisti di maggiore spazio a disposizione, ma che mal si concilierebbe – ad oggi – con i device sempre più sottili in arrivo sul mercato. Oltretutto, fanno osservare gli esperti, il problema della dissipazione del calore è già diminuito di molto nel passaggio dal processo produttivo a 14 nanometri a quello (più efficiente) a 10 nanometri degli Exynos 8895 (usati negli attuali S8 e Note 8): considerando che il chip Exynos 9910, basato su un processo produttivo a 10 nanometri di 2° generazione, è dietro l’angolo, un dissipatore più impegnativo potrebbe anche non esser mai necessario, in casa Samsung. 

Passando, appunto, al capitolo processori, altro argomento di pettegolezzi hi-tech, i soliti bene informati hanno assicurato che Samsung stia lavorando ad un co-processore neurale con cui equipaggiare proprio i nuovi chip fatti in casa, gli Exynos 9810, delegandone l’allestimento alla neo-acquisita DeePhi Tech. L’impiego di questa nuova componente, con machine learning integrata, sarebbe da connettersi ai già accennati componenti 3D ordinati da Seul, e seguirebbe la strada di quanto già fatto da Huawei col Mate 10 Pro, da Google coi Pixel 2, e da Apple con i nuovi iPhone (dotati di A11 Bionic).

Audio made in Harman Kardon

Non di sola utilità si vive, ed anche l’intrattenimento vuole la sua parte. A Samsung questo non è sfuggito, data la recente acquisizione della nota Harman Kardon, che le ha portato in dote il controllo su brand audio come Bang & Olufsen, AKG, e JBL: purtroppo, secondo le parole di un dirigente Samsung, le conseguenti tecnologie audio derivate saranno impiegato sui device della grande S solo a partire dal 2018. 

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