Il diario di Etty Hillesum, la donna che scelse di non salvarsi

Etty Hillesum, esattamente come Anna Frank, lasciò un diario, in cui raccontò l'orrore dei campi di concentramento, ma anche un viaggio interiore: il suo rapporto con Dio e con le altre persone. Etty morì ad Auschwitz neppure trentenne.

Il diario di Etty Hillesum, la donna che scelse di non salvarsi

Tutti noi conosciamo il diario di Anna Frank, passato alla storia per essere una delle testimonianze più veritiere dell’orrore dell’olocausto. Ma le sue pagine non sono le sole che raccontano lo strazio di questo sterminio assurdo. Anche Etty Hillesum, nei suoi soli 29 anni di vita, ha lasciato un diario, carico di tutti i pensieri e di tutti i sentimenti di una giovane donna, ma anche dello smarrimento e del dramma vissuto senza averne alcuna colpa.

Come riporta il sito Doppiozero, la sua ultima cartolina postale è datata al 7 settembre 1943, quando Etty (diminutivo di Esther) la lascia cadere dal treno che sta portando ad Auschwitz sia lei, che i suoi genitori e suo fratello Misha. Lì Etty morirà 2 mesi dopo il suo arrivo, il 30 novembre 1943. Inizialmente, nonostante le sue origini ebraiche, a Etty fu risparmiato il campo di concentramento, grazie al fatto che lavorava come segretaria presso il Consiglio Ebraico ad Amsterdam, dove si era trasferita nel 1932. Lei stessa chiese di essere mandata a Westerbrock, luogo di partenza di immensi treni stracolmi di donne e bambini, tutti destinati ad Auschwitz, per occuparsi dei malati che si trovavano nelle baracche dell’ospedale.

Il 21 giugno del 1943 il suo diario riporta il racconto dell’arrivo dei suoi genitori al campo. E’ una delle pagine più tristi perché si percepisce davvero la disperazione per l’inevitabilità del loro destino insieme alla consapevolezza di non poterli salvare. Il suo diario, oltre a raccontare l’inferno che la ragazza viveva ogni giorno, è anche un viaggio dentro se stessa. Etty trova un Dio interiore. Il suo Dio diventa un suo interlocutore, un nome da cercare eternamente.

Etty probabilmente scrive il suo diario dietro il consiglio dello psicologo ebreo-tedesco Julius Spier, che sarà per lei sia un mentore che un amante. Lo psicologo l’avvicina alla psicologia analitica di Junger, a Sant’Agostino e alla lettura delle Sacre Scritture. Spier la rapisce mentalmente e i suoi incontri con il dottore si ripercuotono anche sul suo rapporto con Han Wegerif, il contabile con cui Etty vive. Da questo rapporto Etty capisce di non aver bisogno di un uomo più grande che si prenda cura di lei, ma che la forza di cui ha bisogno può trarla da sé. Nel 1941 Etty ebbe anche un aborto, ma visse fino a quando la follia nazista non decise di togliere la vita sia a lei che alla sua famiglia. Al momento della sua morte, non aveva ancora compiuto 30 anni.

I suoi scritti furono stampati solo dal 1981 in poi ma sono, ancora oggi, una delle testimonianze più veritiere di una donna che ha vissuto combattendo non solo contro le tragedie della sua epoca storica, ma anche e soprattutto contro se stessa e i propri tormenti interiori.

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