Il maestro del brivido, il romano Dario Argento, ha pubblicato in questo marzo 2018 il libro intitolato – non poteva essere altrimenti – “Horror” (Mondadori, pagine 168). Per i più curiosi si ricorda che anche il precedente, presentato nel 2014, non sfugge per argomenti e titolo alla stessa linea: si chiamava “Paura” (Einaudi).
Insomma, per il cineasta e in questo contesto anche scrittore, quella di scavare nei meandri dove il sole è l’eterno assente è una vera e propria missione. D’altronde, la sua è un’avventura artistica particolarmente gradita dai suoi estimatori. La sua non è una solitaria traversata oceanica o, forse più appropriatamente, nello Stige. Il personaggio in questione è il preciso interprete delle inquietudini che, da sempre, portano l’individuo a confrontarsi con la sua parte più irrazionale.
I personaggi
Dalla penna del narratore sgorgano figure varie. Pur se accomunate dal comune denominatore – nel segno dell’inquietante e dello spaventoso – ogni vicenda raccontata porta con sé personaggi disegnati con accuratezza. Demoni e streghe, bambini strani, ragazze impassibili e impossibili convivono in un habitat letterario sulfureo. Le narrazioni presentate sono indubbiamente emanazioni dirette della capacità forgiativa dell’autore.
I luoghi del brivido
Dario Argento non lascia niente al caso. Così, i luoghi che ospitano le sue storie cupe hanno il giusto tono per contenere i fantasmi che andranno ad abitarli. È una sorta di lavoro sartoriale quello che lo scrittore compie. Sicuramente, questi luoghi, hanno nomi altisonanti. Italiani, per la maggior parte. Senza tralasciare nomi francesi come il castello di Gilles de Rais. O, perfino, Singapore e i suoi grattacieli.
Il regista che scrive
Come in altre occasioni artistiche, laddove l’autore provenga da una disciplina contigua, i segni che lo caratterizzano non lo abbandonano. E in questo caso, va da se, portano con loro le innumerevoli tracce del suo talento filmico. Nel libro “Horror” il regista e scrittore, anche a causa della pagina scritta, lascia abbondante libertà alle facoltà immaginative dei lettori. Diversamente dai racconti ambientati nelle caratteristiche location alle quali sono avvezze le sue troupe cinematografiche, qui, le storie-incubo trattate sono per certi versi nelle mani del lettore.
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