Torino, al via la prima scuola di sopravvivenza per reporter di guerra

E' nata la scuola di sopravvivenza per reporter freelance e corrispondenti chiamati ad operare in zone di guerra: il corso avrà luogo fino al prossimo venerdì a Torino, e vedrà la partecipazione di giornalisti "sopravvissuti".

Torino, al via la prima scuola di sopravvivenza per reporter di guerra

E’ stata ufficialmente inaugurata la prima scuola appositamente pensata per preparare giornalisti freelance e reporter di guerra all’azione sul campo, ed agli orrori che si troveranno a dover affrontare una volta che saranno catapultati sul fronte bellico. L’iniziativa, sbarcata per la prima volta nella storia in Italia, è iniziata questa mattina (martedì 26 luglio) a Torino e si protrarrà fino al prossimo venerdì.

La scuola per corrispondenti di guerra è stata istituita dagli stessi organizzatori del Risc Training Course, ed allestita in corrispondenza dei Docks Dora – il quartier generale di Memo – trasformati per l’occasione in un realistico scenario bellico.

I partecipanti saranno infatti chiamati a rispondere alle esigenze di mestiere in un contesto altamente stressante: una sorta di cittadina fantasma con tanto di granate e cecchini (ovviamente simulati, pur nella maniera più realistica possibile), tra bambolotti rappresentanti abitanti autoctoni dilaniati dal conflitto, ed altri impedimenti tristemente comuni nelle zone di guerra.

Si tratta insomma di un vero e proprio corso di sopravvivenza appositamente pensato per preparare coloro che si presteranno ad essere occhi ed orecchie dei media a cosa li attenderà, una volta che sbarcheranno sui “fronti caldi” ad accompagnare le azioni attive dei militari.

Per la prima volta nel nostro Paese è stata dunque proposta una scuola che abbia lo specifico compito di insegnare ai giornalisti come comportarsi in situazioni di questo genere, mediante simulazioni sul campo e non solamente tramite semplici esercizi teorici.

L’intera esperienza verrà ulteriormente arricchita dalle testimonianze di reporter che la guerra la conoscono sin troppo bene, professionisti del mestiere che hanno operato nei teatri di Gaza, Siria ed Ucraina durante i recenti conflitti, e che metteranno il loro bagaglio di esperienze maturate sul campo a disposizione degli iscritti.

Tra i nomi più gettonati di questi special guest spicca senz’altro quello di Sebastian Junger, il fotografo fondatore proprio del Reporters Instructed Saving Colleagues, segnato a vita dall’esperienza bellica dopo aver visto morire due colleghi a Misurata (Libia) nel 2011. In seguito a quel terribile avvenimento, Junger decise di inaugurare un’organizzazione di beneficenza che si occupasse di formare i reporter chiamati ad operare in scenari bellici, offrendo loro corsi di formazione completamente gratuiti.

La scuola di sopravvivenza per giornalisti di guerra è stata pensata in particolar modo per i liberi professionisti del giornalismo, poiché come sottolineato dal reporter Fabio Bucciarelli: “Dalle rivoluzioni arabe in avanti, il racconto dei maggiori conflitti è affidato quasi esclusivamente a freelance che li coprono a loro spese, e senza alcun supporto“.

Lo stesso Buccarelli ha poi parlato della prossima apertura (calendarizzata per ottobre 2016) della factory di Memo in via Valprato, chiamata ad essere: “Un hub internazionale per fotoreporter, sarà la sede della rete di professionisti che offrirà supporto pratico e che mira a rafforzare la consapevolezza su cosa significa lavorare in zone di guerra“.

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