Cosa cambia nel mondo del lavoro con il nuovo Governo

Ecco le maggiori novità del nuovo Governo: riduzione dell'Alternanza Scuola - Lavoro, Reddito di cittadinanza e Pensioni uscita con 41 anni di lavoro.

Cosa cambia nel mondo del lavoro con il nuovo Governo

Sono passati diversi mesi dal giorno delle elezioni e il Governo ha finalmente iniziato a mettersi all’opera. Ora tocca al mondo del lavoro e vediamo quali sono i cambiamenti in atto. Le maggiori novità del nuovo Governo riguardano: la riduzione dell’Alternanza Scuola – Lavoro, il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni, con l’uscita con 41 anni di lavoro.

Riduzione dell’Alternanza Scuola – Lavoro

Il Governo ha intenzione di ridurre di oltre il 50% le ore obbligatorie dell’Alternanza Scuola – Lavoro, previste dalla Legge 107/2015 detta “Buona Scuola“: i licei passerebbero da 200 ore a 90 ore, gli istituti tecnici e professionali a 150, mentre quelli professionali a 180, lasciando alle scuole la libertà di decisione nel fare eventuali percorsi con più ore rispetto a quelle dettate dalla legge. Una tale riduzione porterebbe un risparmio di bilancio di almeno 50 milioni di euro all’anno.

La nota di aggiornamento del DEF, il Documento di Economia e Finanza 2018, prevede che il Governo interverrà sull’Alternanza Scuola – Lavoro al fine di rendere i percorsi maggiormente orientativi e di qualità, coerenti con il percorso di apprendimento dello studente e con elevati standard di sicurezza.

Reddito di cittadinanza

Il reddito di cittadinanza è il fiore all’occhiello dell’onorevole Luigi Di Maio. Esso entrerà in vigore da marzo 2019 e bisogna seguire regole ben precise per poterlo ottenere. È bene precisare che il reddito non vuole essere visto come uno strumento di mero assistenzialismo e chi farà il furbetto subirà una pena di sei anni di carcere. Per ottenerlo occorre andare al Centro per l’Impiego e presentare domanda.

Sono previsti, inoltre, degli obblighi da parte del richiedente, ovvero: essere disponibile a lavorare, accettare eventuali proposte di lavoro, in quanto al terzo rifiuto si perde il reddito, essere onesti e andare a lavorare. Al richiedente verrà data una Carta del valore di cira €800, che verrà utilizzata solo nei punti vendita convenzionati dal Governo e si potranno acquistare solo beni di prima necessità.

Riforma delle pensioni

Le pensioni, invece, sono un tema molto caro all’Onorevole Matteo Salvini, il cui intento è quello di modificare la legge Fornero. Per accedere alle pensioni occorre avere 41 anni di servizio, senza vincoli di età anagrafica, anche se di fatto il Def delinea un’uscita a 62 anni con 38 di contributi e con un sistema previdenziale senza penalizzazioni per i futuri pensionati. La quota 100 è la misura principale della Riforma Pensioni che verrà inserita nella Legge di Bilancio 2019.

Il consulente della Lega, Alberto Brambilla, ha proposto un’alternativa, che prevede almeno 64 anni di età e 36 anni di contributi. I due dati sembrerebbero, dunque, inversamente proporzionali, ma secondo il Ministro degli Interni, l’età minima di 64 anni è un limite troppo alto.

 

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