TSMC interrompe i rapporti con un cliente dopo scoperta di chip venduti a Huawei

TSMC ha tagliato i legami con un cliente dopo aver scoperto che i suoi chip avanzati erano stati contrabbandati nell'hardware AI di Huawei, sollevando interrogativi sulla complessità della catena di approvvigionamento e sul rispetto delle sanzioni statunitensi

TSMC interrompe i rapporti con un cliente dopo scoperta di chip venduti a Huawei

Il 24 ottobre 2024, è emersa la notizia che TSMC, il colosso taiwanese nella produzione di semiconduttori, ha deciso di interrompere la fornitura di chip a un cliente specifico dopo aver appurato che i suoi prodotti avanzati sono stati utilizzati nell’hardware AI di Huawei.

Questo sviluppo segna un importante passo nella battaglia continua tra Stati Uniti e Cina per il predominio tecnologico e rappresenta un campanello d’allarme per la gestione della catena di approvvigionamento dei chip. Secondo fonti interne all’azienda, il cliente in questione avrebbe “contrabbandato” i chip di TSMC, inserendoli nei suoi dispositivi destinati a Huawei. Sebbene il nome di questo cliente rimanga riservato, le autorità di entrambe le nazioni stanno attualmente indagando sulla questione, segnalando una preoccupazione crescente riguardo alla vulnerabilità delle catene di approvvigionamento globali.

TSMC ha informato le autorità competenti già all’inizio di ottobre, sottolineando il proprio impegno nel rispettare le normative e mantenere la conformità. Le indagini hanno rivelato che alcuni chip, inclusi quelli utilizzati nel processore AI Ascend 910B di Huawei, presentavano componenti fabbricati a Taiwan. Questi risultati sono emersi grazie a un’indagine condotta da TechInsights, che ha effettuato uno smontaggio approfondito dell’hardware.

La scoperta ha sollevato dubbi su come i chip di TSMC, pur sotto severe sanzioni statunitensi dal 2019, siano finiti nelle mani di Huawei, confermando le difficoltà nel controllare l’uso finale dei componenti. Inoltre, la situazione di TSMC evidenzia un problema più ampio che coinvolge non solo il settore tecnologico, ma anche la geopolitica. Gli Stati Uniti hanno intensificato le loro sanzioni contro Huawei e altre aziende cinesi, ma la scoperta che i chip continuano a circolare nel mercato cinese suggerisce che le misure attuali non sono sufficienti.

Come confermato anche da Reuters, molte aziende cinesi di intelligenza artificiale stanno sfruttando le scappatoie nelle sanzioni, affittando server di Amazon per eseguire le loro applicazioni di AI utilizzando chip avanzati di NVIDIA, il che complica ulteriormente la situazione. Da parte sua, TSMC ha dichiarato di essere una “società rispettosa della legge” e di voler collaborare pienamente con le indagini. Tuttavia, il gigante dei semiconduttori è consapevole che eventuali irregolarità potrebbero portare a sanzioni severe, anche nei confronti della stessa azienda.

In questo contesto, il governo degli Stati Uniti ha inviato richieste di chiarimenti su eventuali spedizioni dirette o indirette di chip a Huawei, il che dimostra la serietà della situazione. Il futuro di TSMC, così come quello delle sue relazioni con i clienti, è ora appeso a un filo, in un panorama in cui la domanda di chip di alta qualità è in crescita, mentre le preoccupazioni per la sicurezza nazionale si intensificano. La capacità di monitorare e controllare i flussi di chip tra paesi e aziende sarà cruciale per il prossimo futuro, in un settore in cui le tecnologie emergenti, come l’intelligenza artificiale, stanno diventando sempre più fondamentali. 

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