Molte università vietano gli smartwatch per paura di esami falsati

Gli orologi, caduti in disuso per via degli smartphone, oggi, conoscono una nuova giovinezza grazie alla loro evoluzione smart. Non tutti, però, li apprezzano. Le università di mezzo mondo vietano gli smartwatch in sede d'esame per paura di test falsati.

Molte università vietano gli smartwatch per paura di esami falsati

Se pensate che siano i soli droni a destare le preoccupazioni dei vari enti legislativi nazionali, dovrete presto ricredervi. Assieme alla fine l’anno si avvicinano le date degli esami dei primi semestri un po’ ovunque nei college di mezzo mondo ed a finire nel mirino delle varie istituzioni sono anche gli smartwatch che verrebbero sempre più spesso adoperati per cercare in internet le risposte utili alle prove d’esame ed a quelle d’ammissione/ingresso. Gli studenti sono avvertiti: stop agli smartwatch in aula.

Già da tempo, nelle università di diversi Paesi è stato vietato l’uso, in aula, degli smartphone. Oltre a distrarre e disturbare, verrebbero usati per ben altri scopi che monitorare le notifiche o tener sott’occhio la scadenza delle ore! Ecco, qualcosa di simile viene, in queste ore, introdotto in diverse università mondiali a proposito degli smartwatch.

Nelle Università top level di Cambridge ed Oxford gli orologi vengono tutti esaminati prima degli esami per accertarsi che non siano connessi o dotati di funzionalità smart. Spostandoci nel Nuovo Galles del Sud, in Australia, le normative del locale Ateneo prevedono che gli orologi smart vengano depositati in sacchetti trasparenti (in modo da non farli sparire) che andranno, poi, collocati sotto le sedie dei rispettivi proprietari. Più severi, invece, sono i regolamenti in Italia: alle scuole elementari vi ritiravano le figurine Panini del calciatori? Ora, nelle Università di Chiedi e di Pescara, vi ritirano gli smartwatch prima dei test: tranquilli, alla fine (dell’esame, ovviamente) ve li riconsegneranno…

E sin qui è già tanto a livello di comprensione. Nell’università di Southampton, la prima dello UK, e in diversi college londinesi, gli smartwatch non possono nemmeno esser portati in classe. Idem per gli atenei a stelle e strisce.

L’ultima università a prendere provvedimenti, forse scottata dai precedenti, è stata quella di Kyoto. Nel 2011 uno studente venne arrestato per aver pubblicato online le domande d’esame, onde averne le risposte. All’epoca galeotto fu lo smartphone, ora a finirci di mezzo sono gli orologi. Di qualsiasi tipo siano, smart o meccanici (come quelli del nonno), tutti gli orologi sono banditi in sede d’esame nell’Università in questione.

Insomma, per l’Università dell’oggi e del domani gli smartwatch sono nemici giurati da vietare, causa gli aiuti fraudolenti che possono fornire ai loro proprietari. Ai quali, quindi, non resta che un vecchio espediente per superare i test: studiare.

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