"The Missing: J.J. Macfield and the Island of Memories": un action 2D vario e particolare

"The Missing: J.J. Macfield and the Island of Memories" è un titolo che va studiato e capito dai primi minuti di gioco: difficile comprenderlo con facilità e sorbirne le tematiche. La tecnica di gioco è molto interessante.

"The Missing: J.J. Macfield and the Island of Memories": un action 2D vario e particolare

The Missing: J.J. Macfield and the Island of Memories” è un particolare gioco di azione sviluppato da Swery, una casa di software giapponese, che ha prodotto questo gioco per le consolle principali (PC, PS4, Xbox One e Nintendo Switch). Con questa produzione, Swery non vuole coinvolgere solo con lo stile di gioco, ma anche con tematiche toccanti, difficili e drammatiche.

J.J. è la ragazza protagonista del gioco ed insieme all’amica Emily vaga e si muove in un luogo onirico, l’Isola dei Ricordi, dove le due giovani donne incontrano sulla loro strada le riproduzioni di ricordi e di momenti vissuti sia felici sia molto complessi, dove la forza dei momenti struggenti è talvolta molto intensa e forte emotivamente, prendendo in pieno il giocatore.

In questo scenario, tra misteriosi messaggi sul cellulare e le continue apparizioni di F.K., una sorta di giocattolo che si comporta come uno stalker per importunare la protagonista, bisogna muoversi su uno schermo in due dimensioni che trova il movimento talvolta con un’inquadratura da gioco platform, talvolta invece con una vista dall’alto, verticale. L’azione è povera, perché in fin dei conti “The Missing: J.J. Macfield and the Island of Memories” è soprattutto un puzzle game.

La necessità di dare un certo ritmo al gioco e la voglia di tenere in piedi una storia continua e fluida viene spesso interrotta dalla necessità, non proprio comprensibile, di dover leggere i messaggi che appaiono sul cellulare della protagonista, che in più occasioni non sono approfonditi e nascondono (senza riuscirci) una scarsa profondità della narrazione, che non va oltre temi duri ma appena accennati.

I momenti più interessanti dal punto di vista dell’azione si hanno quando la gravità degli scenari si ribalta ed improvvisamente cambiano senso e disposizione, momenti nei quali il giocatore deve giocoforza trovare immediatamente gli equilibri ed i comandi della protagonista, se vuole evitare di essere sopraffatto dai tanti ostacoli. Molto interessante, soprattutto, è la gestione delle morti, che vede J.J. riprendersi e risorgere tornando subito scattante e pronta a rifarsi dei propri errori.

Lo stile del gioco è particolare. Vista la tematica di ricordi e la costante oppressione che circonda questo strano universo, a dominare il design c’è un contrasto molto forte tra il bianco ed il nero e tutta la scala di grigi, con pochi colori vividi che fanno risaltare parti di scenario ed elementi per distinguerli da tutto il resto. Anche il sonoro è buono e godibile.

La scarsità della produzione tecnica di “The Missing: J.J. Macfield and the Island of Memories” è invece molto evidente e viene messa in mostra la povertà di soluzioni per quanto riguarda la varietà e l’accuratezza delle texture, nonché la mancanza di elementi in alcuni scenari semplicistici nelle sfide d’azione. Manca anche la longevità, scarsa, che non va oltre le circa cinque ore di gioco che servono per concludere l’avventura.

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