"Just Cause 4": l’azione estrema si sviluppa in un mondo aperto e unico

"Just Cause 4" arriva con un capitolo unico nel suo genere, con gli eventi atmosferici estremi veri protagonisti del titolo. Tutto si sviluppa con l'eroe Rico ed un mondo immenso da esplorare.

"Just Cause 4": l’azione estrema si sviluppa in un mondo aperto e unico

Just Cause 4” porta tramite la direzione di Square Enix questa saga d’azione al quarto capitolo, legato, come vedremo, agli eventi atmosferici estremi. Il gioco è disponibile per le maggiori console di gioco ed è entrato sul mercato in questo periodo prenatalizio, con le intenzioni di sfondare nel mondo videoludico.

“Just Cause 4” vede come eroe Rico Rodriguez, che questa volta deve indagare sul passato della propria famiglia, ora all’altro mondo, che stava lavorando su alcuni esperimenti del controllo del meteo da parte dell’uomo; questi risultati straordinari sono capitati nelle mani sbagliate, quelli del gruppo criminale chiamato “Mano Nera”, così Rico, la sua amica Mira e tutti i ribelli, formano un nuovo fronte di liberazione, “L’Armata del Caos”.

In questo contesto storico e di trama non proprio esaltante ed originale, Rico scende in campo con un armamentario completo, ricchissimo di opzioni e con un sistema di controllo invidiabile, con il quale la giocabilità diventa ben presto assimilabile dal giocatore: i comandi sono semplici così pure la grande gamma di strumenti a disposizione del protagonista.

Il mondo, rispetto ai capitoli precedenti, diventa immenso, vario ed esplorabile in tutti i sensi, senza limitazioni particolari. Il gioco diventa un’esperienza casuale, variabile sia nei nemici che nelle situazioni ambientali che mutano dal sole fino alle tempeste ed ai tornado, con fulmini improvvisi, colpi di vento devastanti e piogge torrenziali; poi torna il sereno e tutto risulta normale.

I paesaggi, graficamente parlando, sono l’elemento meglio riuscito: realistici, fantastici, estesi e ricchi di grafica convincente. Il reparto video si piega a minori favori quando deve offrire un frame rate costante, delle varianti agli ambienti visti da vicino, non sempre particolareggiati come si dovrebbe, e con le texture dei personaggi imprecise, non pulite e sfocate, che indicano una lavorazione frettolosa nella parte finale.

Dal punto di vista sonoro, la masterizzazione è di primissimo livello sia nella parte degli effetti speciali che anche nel doppiaggio, affidato ad attori di primo livello del panorama dell’interpretazione videoludica. Le musiche invece sono poco varie, i temi risultano più ripetitivi che monotoni, ed avrebbero necessitato di maggiore attenzione.

Quello che più mette “Just Cause 4” in negativo sono le missioni primarie e secondarie che, rispetto ad altri giochi action ed ai giochi di ruolo, sono poco varie, i temi da seguire sono più o meno i medesimi, circoscritti a pochi ambiti di risoluzione, i quali possono poggiare poco su una storia che abbiamo già definito piuttosto grezza e più o meno scontata.

Il meglio, quindi, lo offre la parte action, con la libertà di sparare e colpire con i tanti aggeggi a disposizione con grande agilità e con l’assenza di movimenti scattosi e meccanici. Andare all’assalto dei nemici ed agli affiliati della Mano Nera è bilanciato sia nella difficoltà offerta che nella varianza di avversari che si trovano tra le giungle, i deserti e le città.

A parte una certa ripetitività delle situazioni, “Just Cause 4” è longevo, sono necessarie diverse ore per arrivare fino a fondo al gioco, gli stimoli per proseguire nel gioco non mancano, soprattutto nella sfida agli avversari ed alle tattiche da sviluppare con i numerosi strumenti da utilizzare, visto che la parte storica e la varietà delle missioni lasciano a desiderare.

Continua a leggere su Fidelity News