"Immortal: Unchained": gioco di basso livello in stile Dark Souls

I giochi che cercano di ripercorrere le orme del successo di Dark Souls sono parecchi, ma in pochi sono riusciti a replicare lo stile e le dinamiche che ne hanno contribuito al successo. "Immortal: Unchained" non ci riesce a causa di molti difetti.

"Immortal: Unchained": gioco di basso livello in stile Dark Souls

Immortal: Unchained“, gioco disponibile per PC, PS4 e Xbox One, ripercorre, come molti altri, le orme di Dark Souls, il capolavoro action RPG oscuro e tetro che ha segnato un’epoca diversi anni fa, tanto che è nato lo stile “Souls” come vero e proprio genere di giochi di ruolo. Il risultato di questo titolo è in realtà contraddittorio e ricco di lacune.

Il personaggio viene risvegliato dopo essere rimasto intrappolato da un sortilegio, con lo scopo di salvare il mondo in cui si trova riattivando un potente monolite di pietra nera. Il giocatore potrà scegliere tra diverse classi di personaggi: tutto positivo, se non fosse che molte di queste sono penalizzanti, come i guerrieri corpo a corpo, che saranno in difficoltà, visto che la maggior parte dei nemici attacca con armi a gittata, mentre il cecchino è lentissimo nella ricarica dell’arma e, paradossalmente, ha una gittata dell’arma limitata.

Il gioco non si differenzia per niente da Dark Souls per lo stile di potenziamento del personaggio: durante il percorso si raccolgono “bit” anziché “anime” e ci si potra fermare ai monoliti, anziché ai falò, per scegliere come migliorare il personaggio. A completare l’opera poco originale, anche qui si perdono tutti i bit durante le uccisioni, e si dovrà recuperarle successivamente nei dintorni.

L’intelligenza artificiale non spicca certo per funzionalità: i nemici tendono spesso a sparare contro i muri ed un po’ a casaccio anziché contro il protagonista (almeno questo contribuisce a rendere il gioco un po’ più semplice) ed i boss, i super nemici di fine livello, si comportano altrettanto male, risultando solo dei comuni “soldati” ingigantiti e con più energia e forza, ma dal design banale e monotono.

Tutti gli avversari, proprio tutti, hanno un punto debole, le parti luminose sulla schiena, cosa che li renderebbe facile da abbattere, se non per il fatto che per avvicinarsi bisogna entrare in una zona di conflitto dove le nostre armi del futuro hanno il grande svantaggio di non saper arrivare a non più di venti metri di portata (gran bel futuro che ci aspetta!) e che quindi sarà necessario entrare nel fuoco incrociato, considerando anche che gli avversari possono comparire dal nulla, sia davanti che alle nostre spalle.

Il gioco si snoda in vari livelli su tre pianeti diversi dove si trovano terre coperte dai ghiacci, grandi foreste oscure e terre dove la presenza di roccia la fa da padrona, con alcune architetture interessanti, ma che in generale segnano una certa monotonia, come nell’avanzata del gioco, della storia, e della varietà dei nemici, purtroppo troppo povera e lacunosa.

Nel design grafico si trova una buona fattura, abbastanza discreta sia nelle texture che nelle particelle, che però non basta a salvare il complessivo giudizio del gioco. Audio e sonoro non sono particolarmente ispirati, mente nella fase tecnica si trovano diversi bug che non renderanno piacevole il progresso nell’avventura, con ancora molto da sistemare.

Quanto a longevità, il gioco si espande su diverse decine di ore di gioco, ma la monotonia e la mediocrità potrebbero avere la meglio prima di arrivare fino in fondo, anche perché la difficoltà (questo va sottolineato, come nell’originale Dark Souls) non è ben bilanciata e schizza verso l’alto, con gli evidenti difetti sopra descritti che rendono l’excursus nel gioco ancora più complesso.

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