"Dakar 18": tra sterrati e sabbia, la corsa sfreccia in Sudamerica

"Dakar 18" è una proposta unica nel panorama videoludico, con le corse tra i deserti e le pampas del Sudamerica. Un progetto tanto ambizioso quanto pretenzioso: scopriamo com'è.

"Dakar 18": tra sterrati e sabbia, la corsa sfreccia in Sudamerica

“Dakar 18” è una proposta unica nel panorama videoludico, un gioco disponibile per PC, PlayStation 4 e Xbox One che si districa sul lungo percorso della Dakar dello scorso gennaio, corsa che si svolge, come da un decennio, sui tracciati del Sudamerica, traversando il continente da nord a sud.

Il titolo “Dakar 18” riesce fortemente ad evocare le epiche e probanti atmosfere della corsa motoristica più pericolosa del mondo, con il fascino di seguire tracciati che si perdono nel nulla e con la possibilità di utilizzare tutti i mezzi che partecipano alla gara: auto, moto, fuoristrada e camion sono riprodotti fedelmente e le prestazioni di ognuno di loro sono garantite.

Anche paesaggisticamente il gioco centra l’obiettivo: la grafica ad alta definizione e le texture ben realizzate contribuiscono a dare all’occhio la sua parte ed a rendere partecipe il giocatore alla sfida, con un Unreal Engine 4 che si esprime su dei livelli convincenti, sfruttando bene le potenzialità di tutti gli hardware delle console, anche nella versione per PC.

Le contraddizioni di “Dakar 18” si mostrano quando si passa alla giocabilità: la navigazione GPS è funzionale, realistica come nella vera Dakar, ma si scontra contro un sistema di guida esageratamente semplice e poco veritiero: in numerose situazioni pare di guidare quasi su strada più che su terreni impervi, con comandi facili e semplici nelle curve che poco si conciliano con una simulazione veritiera.

Questo sistema arcade alla fine rende poco credibile i contenuti dell’intero gioco: le atmosfere sono ben riprodotte con però una guida che non fa impazzire, con inoltre i modelli, come detto, ben riprodotti graficamente, ma che stonano nel momento in cui la macchina si sporca di detriti, sabbia e fango, troppo poco veritiero.

Le tappe sono lunghe come nella realtà ed il sistema di checkpoint diventa decisivo per poter giocare le singole tappe: infatti, le singole tratte sono ampissime, e per compiere un tratto come quello della seconda tappa ci vogliono in media almeno tre quarti d’ora, ma ci sono anche dei tragitti che possono richiedere ore: concettualmente questo è fantastico, se non fosse livellato da un grado di sfida della guida poco conciliante.

Convince quindi la longevità delle tappe e l’aderenza alla realtà della corsa, ma meno la simulazione del copilota, le cui indicazioni sono decisive per trovare la strada giusta: meno bene quando queste, come può accadere, conducono nel nulla, in difformità con il tracciato fornito ad inizio della corsa, e fanno perdere minuti preziosi costringendo il giocatore a ripartire fastidiosamente dall’ultimo checkpoint.

La concezione di “Dakar 18” è quindi originale e ricca di atmosfera della corsa più perigliosa del mondo, ma la parte simulativa lascia a desiderare: per questa stagione, “Dakar 18” è convincente così com’è ed anche da provare, ma si spera che tutto ciò incoraggi i programmatori di BigMoon a migliorare, e di questo non ci sono dubbi, per la versione del prossimo anno.

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